«”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore
e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente
e con tutta la tua forza”…
“Amerai il tuo prossimo come te stesso”».
(Mc 12,29-31)
Amore, semplicemente amore. Credo che senza dubbio si possa affermare che sia la parola chiave che, in questa trentunesima domenica del Tempo Ordinario, attraversa e unisce i due testamenti. E forse, in assoluto, non c’è parola migliore e più adeguata per dire il senso della nostra fede, del nostro credere.
Da credenti ci infuochiamo davanti al rispetto di precetti, obblighi morali, comandamenti… E sì, va bene, è giusto. Ma in una scala gerarchica di valori il credente in Gesù, il cristiano appunto, non può permettersi di mettere al primo posto norme e precetti e lasciare in fondo l’amore, quasi fosse un orpello.
Le letture di oggi ce lo dicono chiaramente. Il primo e assoluto comandamento è amare: amare Dio, amare il prossimo e, sì, amare anche noi stessi; e farlo con tutto il cuore, la mente, le forze. Quindi: 1. farlo; 2. farlo davvero; farlo con passione.
Il Deuteronomio è il primo a richiamarci all’ascolto di questo necessario comandamento: amerai! «Ascolta, Israele, amerai il Signore tuo Dio, e lo amerai come unico signore della tua vita».
È questo l’appello fondamentale, l’appello cioè a fondamento della nostra risposta: possiamo amare se Dio è il Signore e Maestro della nostra vita, se al centro delle nostre scelte c’è colui da cui ci lasciamo plasmare, colui che solo può guidarci, orientarci verso il bene, se le nostre motivazioni nell’agire non sono fondate sulla nostra sensibilità, su quello che percepiamo, ma su un discernimento fatto insieme che consenta a Dio di rivelare la sua volontà, i suoi progetti di amore oltre i nostri personalissimi orizzonti.
«Ascolta Israele! Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza». Lo amerai cioè con lucidità, piedi per terra, consapevolezza, intelligenza, passione, verità, determinazione. E alla pari, con la stessa forza e intensità, radicalità e verità, amerai il tuo prossimo, colui e colei che ti sono vicini, o anche semplicemente accanto, coloro verso i quali senti di essere stato mandato come custode, coloro per i quali Dio ti chiede di essere prossimo.
Ma… ama amando, e non è un gioco di parole, non è banale. E soprattutto ama, amandoti; e non mi sto sbagliando nello scrivere!
Ama nella consapevolezza che l’amore non consuma, moltiplica.
L’amore non disperde, potenzia.
L’amore non annienta, solleva.
E questa vale sia verso gli altri sia verso noi stessi.
Ama a occhi aperti, sapendo farti carico della verità dell’altro e di te stesso. Ascolta! Fa’ sì che il Signore sia l’unico signore della tua vita a e l’amore sarà davvero possibile.
Insegnaci ad amare
Signore Gesù,
in te noi vediamo l’amore,
scopriamo l’amore,
siamo raggiunti dall’amore.
È la tua vita spezzata
e offerta per tutti noi a dirci
quanto immenso sia
l’amore con cui ci ami,
ed è la gratuità del tuo dono
a rivelarci il suo confine,
decisamente oltre i nostri orizzonti.
Insegnaci ad amare, Dio Amore,
ma prima ancora aiutaci
a perderci nel tuo amore,
per permettere all’Amore
di cambiarci in profondità.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 12,28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
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