Custodire la vita – Buon anno 2022!

È il primo giorno del nuovo anno e credo che non ci sia augurio più grande se non quello che riceviamo dalla prima lettura, dalla benedizione del Libro dei Numeri. Parla, dice Dio a Mosè, parla ad Aronne (tuo fratello) e ai suoi figli, dicendo: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Rivolga verso di te il suo volto. Ti conceda pace. Faccia risplendere per te il suo volto. Ti faccia grazia».

Quanta vita attraversa queste parole, quanta vita zampilla da questa benedizione, quanta vita si sparge attraverso parole piene di bene.

Ecco, questo è quello che auguro a tutti voi e a me: il coraggio e la determinazione di custodire la vita spargendo benedizione. Abbiamo bisogno di essere raggiunti dalla vita vera, autentica, buona; da una vita capace di contenere vita per generarla. Ripeto: contenere la vita, custodire la vita, per generarla.

Maria lo fa e diventa madre, sorella, compagna nella fede feriale, nelle scelte semplici, in quelle apparentemente più banali. Quando tutti si stupiscono, Maria custodisce: custodisce eventi, parole, persone. Custodisce la Vita, quella di Dio, ma custodisce anche le tante vite che sfiora; custodisce la Parola e custodisce le parole. Possa lei insegnarci a farlo. Possa la Madre di Dio, Custode della vita, insegnarci a vivere ogni singolo giorno come custodi di una vita che non ci appartiene, di tante vite che non ci appartengono ma di cui siamo responsabili: la vita del mondo, la vita del nostro pianeta, la vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, la nostra vita, la vita che attraversandoci porterà alla luce il futuro.

Possano le nostre parole essere capaci di vita.
Possa il nostro silenzio consapevole arrestare parole di morte.
Possa la nostra comunicazione allontanare la solitudine e generare spazi di condivisione. Buon anno a tutte e tutti noi!

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FOTO-AUGURI DI NATALE – 2021

Quest’anno è davvero tutto speciale… ma il Natale è gioia e può regalare gioia. Raggiungi chi è lontano dedicandogli un’immagine, una frase, una preghiera. Scegli la tua preferita, scaricala, inviala, condividila con chi ami e sui social!

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Che cosa fare? – BUONA DOMENICA! III DOMENICA AVVENTO – ANNO C

«Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco»
Lc 3,16

«Che cosa dobbiamo fare?». Nel brano che oggi la liturgia ci propone, questa domanda si ripete per ben tre volte. Le folle, i pubblicani e alcuni soldati lo chiedono a Giovanni. E lo chiedono in risposta a quanto avevamo già ascoltato nella domenica precedente: Giovanni chiede a chi va da lui per battezzarsi «frutti buoni», «frutti degni di conversione», opere buone cioè che siano visibilità, manifestazione di un cammino interiore, di una apertura radicale a colui che ci chiama e ci viene incontro.
Aggiunge l’evangelista Luca, «il popolo era in attesa e tutti si domandavano se non fosse lui [Giovanni] il Cristo».
Oggi dobbiamo fare un esercizio di collegamento: dobbiamo legare due elementi importanti presenti in questa pagina evangelica. La domanda che riecheggia nel cuore di tutti, quel «Che cosa dobbiamo fare?», e l’attesa, quella condizione cioè di instabilità e allo stesso tempo di apertura. Perché chi attende si apre spontaneamente. Chi attende è proteso verso un arrivo, aperto a un incontro, disposto a una novità. Ed è proprio questa radicale disposizione interiore a consentire la domanda. E solo il coraggio di porre la domanda fa sì che ci si apra a un possibile cambiamento.

Chi non attende non spera.
Chi non attende non è disposto a incontrare.
Chi non attende preferisce le più riposanti risposte alle inquiete domande.
Chi attende corre il rischio dell’incontro.
Chi attende preferisce la speranza alla visione.
Chi attende chiede a se stesso, ogni giorno, un passo in avanti, uno sguardo più aperto, una scelta più determinata.
L’invito di questa terza domenica di Avvento, domenica della gioia, lo possiamo sintetizzare in una sola parola. Mi direte: gioire. E invece vi chiedo di andare ancora più a monte. Per me oggi la parola chiave è: attendere, «non lasciarsi cadere le braccia», direbbe il profeta Sofonia, non arrendersi, non lasciarsi abitare dall’angoscia, non puntare sulle proprie forze e risorse. Oggi c’è un di più che vuole raggiungerci, abitare in noi, trasformarci. C’è un Salvatore che vuole fare di noi la sua casa.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Vieni, Dio in mezzo a noi!

Vieni, Signore Gesù, Dio con noi,
Dio in mezzo a noi.
Aprici a te, liberaci da noi stessi
e dai timori che intorpidiscono il nostro cuore
e fanno tentennare i nostri passi.
Aprici alla tua presenza
per riconoscerti negli sprazzi di vita
che si fanno largo
tra le preoccupazioni quotidiane.
Insegnaci ad attendere con determinazione,
confidando in te e affidandoci a te.

Vieni, Signore Gesù, maranathà!

DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Lc 3,10-18)

Albero da costruire per le 4 domeniche di Avvento – https://wp.me/p77nS-8v9

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

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