«Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna». (Mt 21,28)
Quando possiamo dire di aver compiuto la volontà di Dio? E soprattutto: chi può dirlo?
Le parabola dei due figli (Mt 21,28-32) che la XXVI domenica del Tempo Ordinario propone sembra al quanto lapidaria: la volontà di Dio non si compie a parole, ma con i fatti. Le nostre azioni, al di là delle parole, raccontano la verità di ciò che siamo e di ciò in cui crediamo.
Possiamo dire di fare la volontà del Dio che ha amato fino alla morte se i nostri gesti sono carichi di rancore e violenza?
Possiamo dire di fare la volontà di Dio che ha donato tutto se stesso se continuiamo ad aver paura di donare troppo per non restare poveri di qualcosa?
Possiamo dire di fare la volontà di Dio che è morto per salvare gli stessi increduli che lo hanno condannato a morte se non riusciamo a perdonare?
Forse, il nostro andare a messa, a volte, non potrebbe essere come quel «sì» detto dal secondo figlio solo a parole (Mt,21,30)? Forse il nostro modo di pregare, di essere parte di una parrocchia o di una comunità ecclesiale, non potrebbe essere come quel «sì» a cui non corrisponde un reale andare lì dove il Signore ci manda?
Spesso lui ci spinge oltre: vorrebbe che, come lui, fossimo capaci di aprirci al mondo che sta fuori dai nostri confini protetti e dalle nostre comodità; oltre ciò che ci sembra di poter conoscere, oltre ciò che crediamo essere la verità. Vorrebbe che, pur dubbiosi e titubanti, fossimo capaci di osare: di lasciare e andare, di faticare e non misurare, di rischiare di perdere tutto pur di percorrere le sue vie per seminare amore.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Signore, voglio andare
Sì, Signore, voglio crederci;
voglio andare lì dove
tu mi mandi.
Rafforza le mie gambe,
perché io non torni indietro;
sostieni la mia volontà
perché io non ceda
al primo scoraggiamento;
apri la mia mia mente,
perché io mi lasci mandare da te
oltre i sentieri già conosciuti,
lì dove la tua vigna attende di sentire,
anche attraverso me,
le mani calde del suo creatore.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
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