È lecita la felicità? – Buona domenica! – XXVI Domenica Tempo Ordinario – anno C

«Tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza». Tm 6,11

Quando finisci di leggere le letture di questa XXVI domenica ti verrebbe quasi spontaneo chiederti: «È lecita la felicità? O solo unasolitudine tristezza vita di castighi e di sventure può aprirti le porte del paradiso?».
Godersi la vita, magari grazie al frutto del proprio onesto lavoro, senza far male a nessuno, è davvero così anti evangelico?
La risposta a queste domande la potremmo trarre direttamente da quanto, nella seconda lettura, l’apostolo Paolo consiglia a Timoteo: «Tu, uomo di Dio, tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza».
Tender a questo vuol dire rendere possibile la felicità per tutti!
Non può esistere felicità solo per alcuni, e a scapito di altri.
Non esiste felicità per il mondo senza giustizia; non esiste felicità sociale senza quella forma di pietas che fa gustare la fraternità; non esisterebbe felicità tra fratelli e sorelle senza un esercizio costante di pazienza, di carità, di mitezza.
povero piediÈ questo ciò che la nostra fede ci chiede di vivere e di scegliere.
Se esiste un credente nel mondo, non dovrebbe poter esistere né un ricco indolente né uno sfortunato Lazzaro, un povero di cui nessuno cura le piaghe.
Chi fa, quotidianamente, del Vangelo la sua luce, non può non scegliere la bellezza di una felicità condivisa, generata, resa possibile per tutti.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO   

Costruire felicità… per tutti

Signore Gesù, insegnaci ad accogliere
lo stile del Vangelo come una possibilità,
affidata alle nostre mani, per costruire la felicità.

Apri i nostri occhi per accorgerci dell’altro;
apri il nostro cuore per non desiderare altro
se non una ricchezza condivisa,
una felicità possibile per tutti,
una vita fatta di gioie semplici,
ma non gelosamente trattenute.

Insegnaci, Signore, a vivere secondo il Vangelo.
Amen.

ALLENIAMOCI IN MISERICORDIA  

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Condividere, condividere, condividere! È l’esercizio che ci aspetta questa settimana! La felicità è possibile, ma deve esserlo per tutti.

DAL VANGELO della domenica (Lc 16,19-31)

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.fano-povero-lazzaro-e-ricco
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

La PREGHIERA  in un formato da scaricare e condividere sui social e la fotocopertina per facebook, google plus e twitter.

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