«I tuoi peccati sono perdonati». Lc 7,48
Tre personaggi attuali come non mai: un profeta, un maestro della Legge e una peccatrice.
Oggi mi piace tradurre così: Gesù di Nazaret, i tanti maestri e maestre di perbenismo, una delle tante persone che nella loro vita hanno voltato le spalle al bene, se ne sono accorte e vorrebbero tentare un inversione di strada.
E allora, se ascoltato così, il racconto dell’incontro tra Gesù, Simone e la peccatrice (Lc 7,36 – 8,3), apre un interessante sipario sulle nostre esistenze. Il Vangelo è chiaro: prende le distanze da tutti coloro che guardano dalla testa ai piedi, ritenendo di essere i soli ad avere in tasca la verità, e si lascia avvicinare da tutti coloro che vorrebbero ricominciare amare, reimparare a farlo in modo puro, trasparente, sincero.
Il Vangelo non ha paura dei peccatori. Non ha bisogno di prendere le distanze da chi si è allontanato dalle vie del bene, della giustizia, della gratuità, della purezza. Anzi! Il Vangelo, Gesù Cristo, vorrebbe essere faro luminoso e non luce abbagliante; vorrebbe diventare abbraccio di misericordia e non sbarra di tribunale; vorrebbe sollevare a sé chi è caduto, non abbandonarlo ai margini della salvezza.
Questo è il Vangelo che splende, in tutta la sua bellezza, dalle parole e dai gesti di Gesù verso la peccatrice, in casa di Simone, e verso lo stesso Simone.
Questo dovrebbe essere il Vangelo risplendente nella Chiesa di Gesù, nelle nostre vite, sulla nostra bocca, nei nostri gesti.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Sono molti, Signore Gesù,
coloro che puntano il dito
contro il nostro peccato;
ma pochi sono coloro che
si lasciano toccare dal nostro dolore,
dalla nostra voglia di ricominciare,
dal desiderio profondo di cambiare.
Dillo anche a noi, Signore,
dillo anche a me, oggi:
«Ti sono perdonati i tuoi peccati».
Le tue mani di misericordia
ci risollevino Signore e ci accompagnino
nel percorrere le vie luminose della vita.
Amen.

ALLENIAMOCI IN MISERICORDIA
Tendere la mano verso chi ha sbagliato, lasciarci commuovere e
toccare dal suo dolore.
DAL VANGELO della domenica [Lc 7,36-8,3]
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui,
piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
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