«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»
Vangelo intenso e ricco, quello della II domenica di Pasqua.
Tanti i suoi protagonisti: i discepoli, Tommaso, il Risorto, lo Spirito Santo.
Tante le sfide da accogliere: la pace, il perdono, la misericordia, la fede, la relazione con Dio e quel credere certo, e cieco allo stesso tempo, proprio di chi si fida senza toccare.
Eppure oggi, ascoltando il Vangelo e la nostra storia, non posso non fermarmi che sui primi versetti. Ci portano dentro il Cenacolo, oltre le porte sprangate dalla paura di essere perseguitati, ricercati, accusati ingiustamente. È lì che Gesù entra. E lo fa proprio nello stesso giorno della sua risurrezione, giorno in cui la speranza e la delusione corrono sullo stesso sottile filo; giorno in cui la paura siede a quella stessa tavola dove qualche giorno prima si era seduta la carità.
Lì, in quel luogo e in quei cuori Gesù entra per costruire, ancora una volta, relazione, fiducia, dono. È lì che annuncia ancora una volta pace a cuori in guerra.
Questi sono alcuni di quei segni, scrive l’evangelista, scritti perché anche noi, oggi, possiamo credere e avere vita. Credere che nei nostri cenacoli chiusi per paura – famiglie, comunità, movimenti – lui, il Risorto, entra e annuncia pace e dona lo Spirito e ci offre la possibilità di toccare con mano una nuova possibilità di vivere… amando!
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Vieni in mezzo a noi Signore Risorto
Entra, Signore risorto,
nei nostri luoghi protetti,
nei nostri rifugi sicuri,
nel chiuso delle nostre comunità.
Entra e spalanca le porte
della paura e della diffidenza
perché una nuova solidarietà diventi possibile.
Signore risorto,
che hai spezzato le catene della morte,
vieni in mezzo a noi e spezza tutto ciò
che ci trattiene dal seminare nel mondo
gesti di misericordia, semi di accoglienza,
pane di riconciliazione.
Amen.

ALLENIAMOCI IN MISERICORDIA
Guardiamo il mondo e ascoltiamo il Vangelo: cosa ci è chiesto? Andare per seminare perdono, pace, misericordia. E non a parole!
DAL VANGELO della domenica [Gv 20,19-31]
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
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