Carissimi blogger, ve lo ricordate il nostro inviato speciale a Milano per l’Incontro Mondiale delle Famiglie? Ebbene, Giuseppe di Napoli, condivide con noi un altro significativo momento vissuto dal Papa a a Milano: l’incontro che Benedetto XVI ha avuto con i fidanzati!
Come volontario al Family 2012, sono stato assegnato al Mediacenter (l’area che si occupava della comunicazione dell’evento e della sala stampa, con oltre 1000 giornalisti accreditati) ed ho avuto la gioia di accompagnare un pool di giornalisti, di varia provenienza, alla veglia del sabato 2 giugno al Campovolo di Bresso; una serata di festa davvero intensa di emozioni e di sensazioni uniche, ritmata da ospiti di fama internazionale e da cinque “rappresentanti” di varie realtà familiari, che hanno posto varie domande al Papa su alcuni temi: la sua infanzia, il senso del “per sempre” nel matrimonio, la crisi economica, il lavoro e il divorzio.
Fara e Serge sono due ragazzi poco più che ventenni del Madagascar, che si sono conosciuti in Italia dove studiano e si sono fidanzati; convivono ogni giorno con la sensazione di “esser fatti l’uno per l’altro”; desiderano ardentemente sposarsi e costruire un futuro insieme, orientando ogni aspetto della propria vita ai valori del Vangelo. Ciò che però li spaventa e allo stesso tempo li attrae è la parola “per sempre”, così poco pronunciata nei contesti giovanili di oggi, ma che assicura la vera libertà e la vera felicità.
Il Papa ha iniziato l’intervento con un breve exursus sulla realtà del matrimonio, che da “patto di
convenienza” tra clan e gruppi, si “basa oggi sulla propria scelta; precede l’innamoramento, diventa poi fidanzamento e quindi matrimonio”. Ma l’amore, di per sé, non garantisce il “sempre”, anche se “l’amore, essendo assoluto, vuole tutto e quindi anche la totalità del tempo”; ma allora come fare a riuscire a rimanere con una persona per sempre, amandola e provando, fino alla fine, un forte legame con essa? È necessario (e sembra davvero strano, visto che parliamo di sentimenti) “purificare questo sentimento d’amore, entrando in un cammino di discernimento”, dove ragione e volontà possano accompagnare l’amore verso una piena maturazione.
Parlando di matrimonio, il pensiero del Papa si rivolge chiaramente al brano evangelico delle nozze di Cana (cfr. Gv 2, 1-11) dove il primo vino (metaforicamente l’innamoramento) non dura fino alla fine, finisce, pur essendo buonissimo; un nuovo vino arriva e si produce dopo una fermentazione, crescita e maturazione lenta e non esente anche da difficoltà, tipiche della sequela di Gesù. Un nuovo vino che “è più bello, migliore del primo vino: l’amore definitivo”.
Il Papa quindi suggerisce ai due fidanzati malgasci (che rappresentano però tutti i giovani del mondo) un cammino di maturazione personale e di coppia, che porti ad assumere l’impegno del “per sempre” non senza problemi e sofferenze, ma con una certa consapevolezza e desiderio.