Pensare al mio incontro con Maestra Tecla è ricordare uno dei giorni più intensi e decisivi della mia vita. Da quel 24 luglio ho iniziato a ricordare, a contare i giorni, a dare un senso prezioso a ogni singolo giorno, momento, attimo che passa tra le mie mani. Era il 1991!
Chi conosce la storia di questa donna penserà a uno scambio di date, dato che proprio il 5 febbraio 1964 segna il suo passaggio verso il cielo. Ma non è così.
Chi legge la storia con gli occhi di Dio, non potrà non pensare che a uno di quei miracoli ordinari che uniscono il cielo e la terra.
In quella particolarissima alleanza, che chiamiamo comunione dei santi, si generano infatti quegli incontri straordinari che non vestono gli abiti della visione, ma vivono nel cuore di ciascuno e continuano a generare e generarsi nella semplicità di dialoghi interiori, di affinità dello Spirito, di genuina filialità, che pur nella distanza di decenni o nel silenzio, a cui la morte fisica costringe, permettono di incontrarsi e riconoscersi.
Questo credo sia accaduto quella mattina del 24 luglio a Castagnito. Questo credo abbia toccato la timida e insicura ragazzina di 15 anni. Questo, ne sono certa, mi ha permesso di vivere.
Fisicamente non ho mai sfiorato le mani di Maestra Tecla, né mai l’intensità del suo sguardo mi ha raggiunta. La sua vita di Madre però, continua a toccare la mia, a generarmi nella fede, a incidere e “alterare umanamente” le mie scelte, a spingermi verso orizzonti nuovi e imprevedibili.
Le sono figlia e lo sento. Mi è madre e lo sento.
«Abbassarmi tanto da attirare Dio a me. Per questo basta pensare al mio nulla. Innalzarmi tanto con la fiducia da arrivare a Dio». È stato il suo primo dono, pregno della sua stessa vita, del suo vivere in Dio, di quella santità che ha desiderato e desidera per tutte noi, sue figlie, perchè come lei e grazie a lei, Figlie di San Paolo. È stato quel dono a essere, per la mia vita, il Dono stesso di Dio.
Non posso dire di essere stata travolta dalla forza sconcertante delle sue parole, dall’impeto delle sue provocazioni. A sconvolgere la mia vita è stata ed è la sua disarmante mitezza; la sua fede certa e decisa in Colui che muove tutta la storia e che le dona un senso; il percepire quegli intensi flussi di grazia che dalla “memoria di lei” e dai suoi scritti semplici e quotidiani continuano a liberarsi e a raggiungere la vita di chi la ama.
Oggi al di là della memoria grata che le sue figlie possono avere per lei, resta la verità storica di una donna forte e tenera insieme, una donna dal cui sguardo si potevano intravedere gli orizzonti immensi di Dio; una donna la cui fede e pienezza di vita arriva fino a noi, oggi.
Resta viva e forte la sua preghiera per noi, le cui parole, ne siamo certe, riecheggiano ancora nel cuore di Dio:
“Mio Signore le affido a te,
il mondo appare troppo grande,
immense coste, immense lande…
con loro però ci sei Tu.
Signore io le affido a te,
per te le ho mandate a portare il Vangelo.
E vanno due a due creature fragili, ma tue;
con loro però ci sei tu!“
Suor Mariangela Tassielli, fsp
Per chi volesse saperne di più: Il mio nome è Tecla (libro)
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