Il 2009 è iniziato e il ponte di congiunzione tra il vecchio e il nuovo anno è stato un unico grande interrogativo: Cos’è la santità? Quattro giorni di riflessione, preghiera, confronto e condivisione vissuti a Roma dal 27 al 31 dicembre. Quattro giorni che chiaramente non possono bastare ad esaurire uno dei temi più spinosi e portanti della cristianità, ma indubbiamente possono essere una piccola fiamma accesa che può diventare capace di accendere grandi falò!
Siamo stati in pochi a lasciarci provocare… perchè si sa le proposte sono tante, le cose da fare non sono di meno e poi ciascuno sceglie ciò può essere il meglio per la propria vita…. ma l’intensità di alcuni momenti, la volontà di crescere e lasciarsi spostare in avanti (pro-vocare, chiamati ad andare oltre), il desiderio di dare corpo a una santità possibile oggi, a partire da subito, il sentirsi attesi da un Dio che per ciascuno aveva preparato un dono speciale… beh tutto questo ha fatto il resto!
Penso, a questo punto, che se solo alcuni hanno potuto raccogliere un dono specifico, tutti però possono raccogliere una sfida: la SANTITA‘ è possibile, è lasciar vivere Cristo in noi, è permettere che Dio trovi spazio nella nostra carne umana, così come in Maria; è lasciare che la natura e la grazia si incontrino: è permettere cioè che tutto ciò che siamo, i nostri doni e i nostri limiti diventino casa accogliente di Dio!
Santità è dire sì a un progetto universale di salvezza che diventa possibile grazie ai nostri sì piccoli, semplici, personali e coraggiosi.
Santità è lasciarsi penetrare da Dio per vivere di Lui, diventare segno e visibilità del suo amore qui e ora.
Santità è scoprire chi siamo chiamati a essere e decidere di divenatarlo.
Santità è quotidianità, sfumature della carità, amore silenzioso e accogliente, stile di vita luminoso, coerente e trasparente.
Santità è arrivare un giorno a dire “Cristo vive in me… questa vita fatta di tempo, di spazio, di scelte, di sogni e di delusioni, di cammini e di ripartenze io non la vivo più contando su me stesso, sulle mie forze. Io la vivo nella fiducia in Gesù Cristo che mi ha amato e ha dato se stesso per me”… parola di uno che ha creduto fino in fondo (paolo – l’apostolo!)
Santità allora è srotolare nel tempo scelte di vita, è trasformare il tempo in vita nuova, creazione nuova… che il 2009 sia per tutti questo tempo speciale quanto a santità possibile, desiderabile e condivisa con tanti fratelli, sorelle e compagni nel cammino.
Sono passate un paio di settimane dal campo e mi rendo sempre più conto che quello che ho scoperto a Roma non è che un piccolo seme che piano piano cresce e diventa sempre più forte in me. Il Signore mi ha fatto un dono grande, immenso ed io non voglio rimanere ferma ad attendere. San Paolo mi ha insegnato che, non solo è possibile farsi santo oggi, nel 2009, ma che la santità è una via difficile, non impossibile. E’ la nostra chiamata, il nostro fine, la meta da raggiungere ora che siamo in terra. Un domani saremo con Dio, ora prepariamoci ad arrivare alle Sue porte degni di incontrarLo. Certo che, anche se è una via difficile, sono certa è la santità è anche una strada piena di gioia perchè Gesù cammina con noi e ci conduce mano nella mano con una tenerezza infinita. Non è meraviglioso? Avere un Amico speciale che ci accompagna e cammina sempre con noi, ci protegge dal male e ci dona tutto Se stesso con la Santissima Eucarestia! E’ qualcosa che va ben oltre la nostra piccolezza e che ci chiama a qualcosa di grande, grande solo perchè Lui è grande! Al tempo d’oggi è dura essere testimoni di un Dio che insegna l’Amore, la povertà, la semplicità di cuore, la mitezza … valori considerati superati da un mondo sempre più violento, avido e complicato. Essere testimoni significa avere, come Paolo, il coraggio di andare contro corrente, di spendere la proprio vita per Qualcuno di più grande che ci promette la gioia eterna.
“Se dovrai attraversare il deserto, NON TEMERE Io sarò con te; se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà… seguirai la mia luce nella notte, sentirai la mia forza nel cammino […] Perché tu si prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori… Io sarò con te, ovunque andrai…”.
Non temere, Io sarò sempre con te, ovunque andrai….
Queste le parole dette ad Isaia e queste le parole che forti si sono fatte sentire in questi tre giorni di intenso “cammino” verso la santità…
Chi è Santo? Chi può diventare Santo? Come si fa a diventare Santi? Per essere Santi bisogna necessariamente soffrire?
Tutti, proprio tutti, siamo chiamati alla santità, ma quanti di noi decidono di intraprendere la strada per raggiungere questa meta?!
Quando ero piccola e mi parlavano di un santo l’immagine che mi veniva in mente era sempre la stessa, un uomo o una donna, a seconda dei casi, con l’aureola dorata, miti, pazienti, con l’aria angelica e anche un po’ tristi.
Ho sempre immaginato i santi come persone che subivano, che si lasciavano vivere dagli avvenimenti e che poi alla fine della vita venivano proclamati santi per le tribolazioni passivamente subite….
Oggi l’idea di un santo è tutt’altra per me, uomini e donne coraggiosi che prima di “combattere” con gli altri in nome della Verità, hanno dovuto combattere con loro stessi, con i propri sentimenti, con le proprie emozioni… persone che prima di scegliere una strada hanno dovuto rinunciare a qualcosa o stravolgere completamente la propria vita, ma cosa più importante, persone che non hanno subito passivamente, ma che hanno vissuto ogni attimo della propria vita cercando di affrontare le proprie debolezze e cercando di superare i propri limiti…
Persone piene di sentimenti e di ragione che hanno saputo mettere d’accordo la testa e il cuore, senza lasciarsi scoraggiare e senza permettere allo scoraggiamento di bloccare il disegno di Dio che, pur nel rispetto della libertà, ha sempre per ognuno dei suoi figli.
Ognuno di noi è chiamato a seguire una propria strada, che se è giusta diventa essere come un guanto che aderisce perfettamente alla mano giusta…
Per rendere meglio l’idea, se io fossi un pezzo di vetro grezzo, per essere modellato dovrei innanzitutto capire realmente di essere un pezzo di vetro e quindi avvicinarmi al fuoco con la certezza e la tranquillità di non essere distrutto e non ad uno scalpello altrimenti rischierei di frantumarmi, e così al contrario, se fossi un pezzo di legno non potrei farmi modellare dal fuoco, rischierei di bruciarmi e di diventare polvere…
Anche se questo vuol dire subire qualche sofferenza, lasciarsi aiutare a modellarsi da altre mani e fidarsi di ciò che non si conosce, di una sensazione o di una non – certezza… la paura non può vincere l’amore, l’amore vince su tutto, anche se comporta fare scelte difficili e scelte che non possono essere comprensibili, ma tutto in nome di quei tanti doni che Dio ha preparato in maniera singolare per ognuno di noi.
Cammino difficile questo, ma possibile.
In fondo, se ci penso bene, cosa ci chiede Dio? Di fidarci, fidarci solo in nome delle promesse, delle grandi promesse che ci ha fatto, per vedere orizzonti alti, per realizzare le promesse piene di amore e di sentimento che riempiono il nostro cuore, e per non avere la sensazione di vivere una vita tiepida, dell’accontentarsi, del sopravvivere.
Non temere, fidati, questo il messaggio che mi è arrivato e per il momento questo è quello che sento di fare, restare alla sua presenza, senza tante domande, senza tante aspettative future, vivendo il presente, restare e costruire un rapporto attraverso la Parola, attraverso lo studio della Parola, reale e presente, che permettono la costruzione di un rapporto speciale che aiuta alla conoscenza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni.
Vi sembrerà strano, ma per quanto l’esperienza è stata intensa e piena di Dio… non riesco ancora, a distanza di due settimane, a fare sintesi di quello che ho vissuto, provato e sperimentato.
Per il momento posso solo mettere un cartello con su scritto: “LAVORI IN CORSO”!!! ……..ma tornerò!
“In Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel figlio amato” (Ef.1, 3-6)
Queste le parole della seconda lettura di oggi che, inevitabilmente, mi hanno riportata alla magnifica esperienza vissuta a Roma dal 27 al 31 dicembre! io sono stata una delle persone che ha accolto l’invito, non solo quello delle suore paoline, ma quello di Dio: Lui stava aspettando proprio me, in quel luogo, in quei giorni , per consegnarmi un dono speciale! e allora perché non accettarlo?
Certo, il tema del campo, “VIVERE LA SANTITA’”, lasciava intuire che ad aspettarmi non era di sicuro uno dei tanti doni che avrei potuto trovare sotto l’albero di casa mia, ma qualcosa di più prezioso e anche di più scomodo! era un sfida, una provocazione, ma a me le sfide piacciono perché credo diano colore alla vita, la rendano interessante…semplicemente la rendono vita!
I primi interrogativi che naturalmente mi sono posta sono stati: CHI E’ SANTO? E’ POSSIBILE ESSERLO OGGI? POSSO IO ESSERE SANTA?
Le risposte non sono state così immediate e semplici come le domande e non credo che arriveranno mai nella loro completezza, ma di sicuro il cercarle è già un passo!
Quando tempo fa pensavo alla santità, quello che mi veniva in mente era l’idea di “sforzo”, “fatica”, come se essere santi dipendesse esclusivamente da me, dalla mia volontà, dalle mie forze…e, naturalmente, questi pensieri mi portavano a credere che diventare santi fosse troppo faticoso, fosse solo per pochi eletti, per coloro che vivono la loro vita di fede, permettetemi il termine, in modo “precisino”. Mi sono allora più volte detta: io santa? mmm non è possibile! mi sono scoraggiata ma, come ci è stato ripetuto più volte durante il campo, lo SCORAGGIAMENTO è dato dal voler credere solo in noi stessi, dal non sentirci all’altezza, dal non credere in Dio o in nessuno di noi due.
Capisco però che il punto di partenza era sbagliato, volevo contare solo su di me e mi sono scontrata con una realtà: io da sola non posso, solo Dio tutto può! nulla è impossibile a Dio e questa è la più grande verità! Se, allora, la santità per me umanamente non è possibile, come dice s. Paolo, lo diventa nella misura in cui ricordiamo che “tutto posso in colui che mi dà la forza”!
Dio ci ha “scelti per essere santi”, è Lui dunque che ci ha CHIAMATI, ci ha chiamati per amore; ci ha PREDESTINATI, predestinazione intesa come “sogno di colui che da sempre ci conosce in profondità, di chi ci ha generato e a cui tutto è noto”; ci ha GIUSTIFICATI, cioè ci ha donato la salvezza senza che noi la meritassimo ma semplicemente perché ci ama gratuitamente; giustificandoci ci ha anche GLORIFICATI, resi dunque partecipi della sua stessa gloria, della sua stessa santità, della sua stessa vita.
Dunque posso essere santa e non per merito mio ma per grazia di Dio!
La santità è essere felici della propria pienezza, comprendere e accogliere la volontà di Dio, ma poiché Dio è un padre buono e misericordioso che lascia liberi, non può certo impormi il suo dono, ecco allora qual è il mio compito in questo dono-invito alla santità: essere LIBERA e RESPONSABILE. A me il diritto-dovere di interrogarmi sulla mia vita, facendo emergere la vera immagine di me stessa; a me la libertà di capire e soprattutto accettare e aderire al progetto d’amore che Dio ha per me; a me il compito di IMPEGNARMI concretamente nella mia vita per crescere ogni giorno mettendo in pratica ciò che Lui stesso ci suggerisce. La santità è farlo entrare nella mia vita, è nutrirmi del Vangelo, è rimanere in Lui, è lasciarmi lavorare, scomodare e attendere da Lui! Come scrivevo nelle prime righe, non sono tornata a casa con risposte preconfezionate, anzi, forse sono tornata con molte più domande, ma nel tornare a casa una certezza me la porto: E’ POSSIBILE OGGI ESSERE SANTI ED IO VOGLIO ASPIRARE ALLA SANTITA’