“Cercate il mio volto”, dice Dio. Ma è possibile? – BUONA DOMENICA! II DI QUARESIMA – ANNO A

Non so quanto il canto di ingresso nelle celebrazioni eucaristiche della II domenica di Quaresima riuscirà a fare riecheggiare l’antifona d’ingresso, ma in quel breve versetto c’è un invito talmente deciso che è impossibile silenziare: «Cercate il mio volto!». Ce lo chiede Dio, ed è tutt’altro che banale. Se la Quaresima è una possibilità in più per conoscerlo, allora un passo concreto da fare è: cercarlo, cercare il suo volto. E se riusciamo, non ammorbidiamo la Parola, non limiamo i suoi spigoli, non attenuiamo il suo impatto. Noi possiamo cercare e trovare il volto di Dio.
Quando seguivo i bambini nel percorso di iniziazione cristiana e poi gli adolescenti non raramente mi chiedevano: «Ma tu hai visto Dio?». E me lo chiedevano fissandomi. Quasi a dire: «Dicci che è possibile!». Ed effettivamente lo è. Sì, ne sono più che certa: è possibilissimo vedere Dio. Riconoscerlo. Lasciarsi raggiungere dal suo sguardo. Ma va tenuta sotto controllo una tentazione. Una subdola tentazione che oggi le letture ci mettono in faccia… Dio non sta in nessuna delle tre tende che Pietro, Giacomo, Giovanni… e con loro un’infinità di discepoli hanno tentato di costruire. Dio non sta nella terra di Abram né nelle nostre terre protette. Dio, il suo volto, la sua voce, il suo sguardo, le sue promesse sono sempre oltre il già raggiunto, il già sicuro, il già ovvio. La Bibbia più volte ci racconta di un Dio nella nube, inafferrabile ma presente. Un Dio che però ai suoi amici parla faccia a faccia. Abramo, Mosè, Elia: sono amici di Dio, hanno visto il suo volto, perché hanno avuto il coraggio di credere a un sentiero nel deserto, a una voce in un roveto, a un volto in una nube, a un silenzio presente. Nulla era certo. E ogni cosa aveva a che fare più con la follia che con la logica e la probabilità.
Ma noi siamo fortunati anni luce più di Abramo, di Mosè e di Elia: perché noi, esattamente come Pietro, Giacomo, Giovanni e tutti gli altri possiamo vedere Dio, perché possiamo vedere Gesù, l’Amato, il volto dell’amore. E possiamo vederlo, oggi esattamente come ieri, perché le sue parole e i suoi gesti che continuano a perpetrarsi nei secoli tra noi sono visibilità dello stesso Dio, del suo volto, della sua voce.
Adesso, certo, mi direte: «Suor Mariangela, sveglia! Questa è poesia. La vita è fatta di altro. In questa vita nessuno può vedere Dio. È più facile vedere in azione il demonio».
E invece no! Continuo a crederlo e a vederlo. Fuori da quelle tre capanne (le nostre tre capanne), al di là della mia terra recintata, giù da quei monti protetti, fuori dalle strutture inamidate, accanto ai numerosissimi crocifissi e crocifisse che violenza, guerre, fame, indifferenza continuano a inchiodare a milioni di croci, lì Dio sta continuando a urlare: «Questo è mio figlio, questa è mia figlia. In lei, in lui io pongo tutto il mio compiacimento. Ascoltate le loro voci e ascolterete me. Guardate i loro volti e scoprirete me».
Cerchiamo il suo volto. Continuiamo a cercarlo instancabilmente. Dio continua a volere i nostri sì. Continua a chiederci di uscire per incontrarlo lì dove la vita chiede Vita.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

È bello stare qui!

Signore, è bello per noi stare con te!
Possiamo demolire tende,
capanne, strutture, recinti
per correre il rischio
di incontrarti davvero?

Tu che ci hai salvato,
tu che sei per noi Vangelo,
bella notizia, vita inarrestabile,
non smettere di chiamarci
a essere con te Vangelo.
Non c’è ricchezza più grande
da donare a un mondo attraversato
da paure, da morte, da non-senso
se non la tua immensa bellezza
e il tuo irriducibile amore
capace di sollevare sempre
e di riconsegnare alla vita.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mt 17,1-9)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

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