«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore». (Mc 10,43).
Chi è il Figlio dell’uomo? E perché è venuto tra noi?
Sì, certo: è Gesù di Nazaret, Figlio di Dio e Dio egli stesso.
Ok, è venuto per essere per noi Salvatore e Redentore.
E poi? Sono sufficienti queste definizioni per sapere di chi stiamo parlando?
Alla luce del Vangelo di Marco, potremmo pensare che queste definizioni non avrebbero fatto problema neppure ai discepoli, anzi! Sapere di essere seguaci ed emulatori di un vincente, di un salvatore, di un dio fa sempre gola a tutti. E lo fa a tal punto che due tra loro, Giacomo e Giovanni, osano dirgli: «Vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Sì, può sembrarci spudorata come richiesta, ma se sappiamo di seguire un onnipotente che schioccando le dita può sempre ottenere tutto, perché non osare?
Il punto però è un altro. E Gesù lo chiarisce, rimuovendo ogni possibile equivoco.
Il Figlio dell’uomo, Figlio di Dio, Dio fatto carne, Salvatore universale, ha scelto un’unica via per distribuire salvezza: il servizio, la gratuità, l’amore. Ha dato se stesso per riscattare ognuno di noi dal proprio peccato. Ha dato la sua vita perché ognuno potesse essere riconsegnato alla vita, strappato definitivamente dalle grinfie della morte. E lo ha fatto caricando su di sé dolore, lasciandosi dal dolore sfigurare. L’Onnipotente, dalla cui parola fu creato l’universo, si è offerto a noi come servo, si è addossato la nostra colpa.
Da questo Figlio dell’uomo, da questo Gesù di Nazaret non possiamo aspettarci gloria e onore; prestigio e superiorità; distinzione e purezza. Lui è uno dalle mani sporche d’amore e dai piedi imbrattati di terra. A lui non possiamo chiedere altro che una cosa: imparare a servire.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Primi, ma in amore
Rendici grandi, Signore; rendici primi!
Vogliamo diventare i migliori,
vogliamo gareggiare, vincere!
Ma non in potenza, non in gloria,
non per stare ai primi posti.
Vorremmo essere primi in amore,
sempre capaci di perdere,
di fare un passo indietro, di servire.
Vorremmo gareggiare nello stimare gli altri.
Vorremmo essere i migliori nell’essere invisibili:
capaci di un bene fattivo, ma discreto.
Insegnaci a essere come te:
a servire offrendo noi stessi. Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Mc 10,35-45)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
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