La chiave del Regno – Buona domenica! – XXVIII TEMPO ORDINARIO – Anno B

«Vendi quello che hai e seguimi». (Mc 10,21). 

«Cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Bella domanda!
L’ha fatta l’uomo di cui parla l’evangelista e la facciamo anche noi, oggi.
Non c’è che dire: noi figli di Dio siamo proprio buffi… o ingenui… non so, scegliete voi!
Crediamo davvero che la vita eterna sia questione di fare? Di avere? Di guadagnare?
La vita eterna è il regno di Dio, luogo e spazio al di là di ogni umana categoria, caratterizzati solo dalla vita di Dio, vita perennemente zampillante. E il Regno non si fa conquistare o possedere come fosse una proprietà. Non si lascia ottenere, quasi fosse un premio.
Nel Regno si entra liberi e leggeri, più da sconfitti che da vincitori.
Si entra avendo imparato a perdere, a lasciare andare, a non possedere più nulla… neppure se stessi. In realtà, non si è mai davvero pronti a varcare quella soglia; nessuno può dire di aver lasciato veramente tutto, fino in fondo.
Varcare la soglia dell’eternità è possibile, e quello è forse il più prezioso dei momenti della nostra vita; ed è proprio la vita e le sue occasioni a prepararci. Perché quel singolare ingresso sia possibile più che fare, dobbiamo lasciar fare: alla storia, alla vita, a Dio.
Il Regno di Dio si apre per chi, ogni giorno, impara a dire il suo «Amen», silenzioso e sincero.
La vita eterna si offre in dono a chi, libero e leggero, non ha più nulla da difendere, nulla da proteggere, nulla da custodire. È di chi porta con sé solo il suo tenace e fragile «sì», detto, pur con sofferenza, a Dio e alla vita. È in quel «sì» che viene custodita la chiave per il regno di Dio, tempo di pienezza e spazio di vita.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO   

La gioia, chiave per il Regno

Desideriamo la vita, Signore Gesù:
quella eterna, quella piena,
quella vissuta in comunione con te.
È la vita che il tuo Regno dona a coloro
che lo abitano, che vi entrano, che lo scelgono.
Insegnaci a entrare.
Impediscici di andar via tristi.
La gioia è la chiave per entrarci,
passepartout per l’eternità.
La gioia di chi si è lasciato spogliare anche da se stesso.
La gioia di chi vive per amore.
La gioia di chi non punta ad avere, ma a donare.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA  (Forma breve Mc 10, 17-27)

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

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