Risorgeremo? – Buona domenica! – XXXII Domenica Tempo Ordinario – anno C

«Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui».  Lc 20,38

Risorgeremo? Qualcuno dice di no, altri affermano che diventeremo fasci di energie, altri ancora che ci reincarneremo. Noi, credenti in Gesù, invece, ne siamo certi: risorgeremo! luceQuesta è la certezza.
Noi, come quel giovane ragazzo torturato da re Antioco (2Mac 7,11), sappiamo che il nostro corpo ci è stato donato per vivere e far vivere, e ci sarà ridonato, un giorno, carico della sua storia, delle sue ferite, delle sue guarigioni, come corpo risorto, totalmente trasfigurato in Dio.
Ma che cosa accadrà dopo? Come sarà la risurrezione? Come la morte sarà definitivamente vinta? Non lo sappiamo, e sinceramente forse non ci serve neppure saperlo! La risurrezione è l’unico momento della vita di Gesù in cui non ci sono stati testimoni oculari. Anzi, l’unica testimonianza sembrerebbe essere proprio l’assenza di un corpo e il vuoto di un sepolcro. Chi vorrebbe le prove per tutto usa questa mancanza come un’ulteriore prova di debolezza della nostra fede. Ma la fede non è una teoria e, come tale, non va dimostrata, va semplicemente vissuta. E allora, noi che crediamo, viviamola! Smettiamola di fare calcoli sul dopo e iniziamo a vivere da risorti il nostro oggi. Così il nostro corpo, quando risorgerà portando con sé la sua storia, potrà raccontare piccole storie di risurrezione donata.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO   

Signore Gesù, insegnaci
a credere nella risurrezione
e a vivere da risorti.
Che il nostro cuore e i nostri gesti
non siano frutto di calcoli meticolosi
per ottenere la vita eterna.
Insegnaci a vivere da risorti già qui e ora.
Le nostre mani, i nostri occhi, la nostra bocca
possano ovunque seminare
parole e gesti di risurrezione,
riportando luce nel buio,
vita nella morte, libertà nella schiavitù.
Amen.

ALLENIAMOCI IN MISERICORDIA  

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Usiamo mani, bocca, occhi, orecchie, gambe per diffondere attorno a noi parole, gesti e (quando necessario) silenzi di risurrezione.

DAL VANGELO della domenica (Lc 20,27-38)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il sposi nel Signoresecondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

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