«Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»
Leggo i versetti introduttivi alla parabola del Padre misericordioso e mi viene voglia, Gesù di Nazaret, di dirti che sei un vero e proprio incantatore: i peccatori si avvicinano a te per ascoltati. Ma chi crede in Dio ha seri motivi per dubitare. Le tue parole e i tuoi gesti sono di scandalo. Tu smentisci la giustizia implacabile di Dio, ma soprattutto smentisci chi, per anni, si è fatto custode della sua insindacabile immagine.
E in fondo quella parabola, quel padre, quei due figli non sono altro se non lo specchio di una realtà ancora molto viva.
La bellezza dell’amore di Dio, la sua immensità, la sua freschezza, il suo imprevedibile scattare in avanti verso il figlio lontano, sprecone della sua stessa vita e usurpatore di quanto gli è stato donato, viene spesso anestetizzato da chi tenta di controllarlo, di offrirlo con la dovuta cautela, di non svenderlo né sprecarlo, di non causarne abusi.
C’è da sorridere davanti all’incredibile tentativo di contenere l’incontenibile amore di Dio.
E infatti, mentre qualcuno misura, lui trova il modo di salvare, guarire, accarezzare. Corre incontro a chi torna, anche semplicemente per fame, lo solleva a sé, come un figlio amato, e lo stringe a sé, come farebbe una madre.
Buonismi da donna? Decisamente no! In questi brevi accenni ci sono solo echi del Dio che ha costruito la storia di salvezza dell’umanità e che in Gesù ha manifestato il suo incontenibile amore di madre.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Assaporare l’amore
Signore Gesù,
il mondo ha sete di amore,
ha bisogno di assaporare perdono,
di sentirsi accarezzato dalla tenerezza:
ha bisogno di essere amato.
Estirpa da noi la resistente radice del risentimento,
della misura, del dono condizionato.
Insegnaci ad amare come te,
a essere desti e pronti nel correre
incontro a ogni fratello e sorella,
per condividere con loro
l’incontenibile amore di Dio Padre.
Amen.
ALLENIAMOCI IN MISERICORDIA

Questa volta l’esercizio che ci aspetta è: non misurare il dono, non porre condizioni all’amore.
DAL VANGELO della domenica [Lc 15,1-3.11-32]
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
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Buona sera! Sono catechista da settembre della classe di mio figlio…12 splendidi bambini che domenica vivranno la gioia del Perdono di Dio! La loro prima Confessione. Grazie del vostro aiuto, siete una fonte di grande aiuto per far conoscere a me e ai bambini i grandi doni di Dio!!!
Grazie di cuore Roberta
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Grazie Robertaaaaaa. Dio benedica te e i tuoi ragazzi. Preghiamo per voi!!!