«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». (Mc 8,27-35)
Sofferenza, dolore, morte, incomprensione: sono alcune delle parole che non vorremmo mai dover usare; sono logiche da perdenti o, per dirla più precisamente, da sfigati! Eppure gli insegnamenti dello strano maestro di Nazaret ne sono pieni…
e non come qualcosa da cui stare in guardia, ma, paradossalmente, come ciò che potrebbe dare alla vita più spessore. Certo, la sofferenza non deve essere sperata né per sé stessi né per gli altri; ma vissuta sì! E lui, il Figlio dell’uomo-Messia, lo ha fatto: ha vissuto la sofferenza riempiendola di amore, facendola esplodere di vita, rendendola luminosa a tal punto da sciogliere ogni forma di buio. Già, quella sofferenza che le logiche solo umane hanno provocato, da lui è stata trasformata in strumento di salvezza. Da lui, è diventata poi proposta di vita… per noi, per ogni suo discepolo, per chiunque dice di vivere guidato dal suo Vangelo
Ma noi, dimenticando la croce, continuiamo a restare discepoli di Pietro: pronti a rinnegare non noi stessi, ma il suo Vangelo. Pronti nel preferire le logiche vincenti del mondo a quelle illogiche della croce, quelle prudenti all’ingenua misericordia; quelle caute all’eccessivo buonismo.
Eppure il Vangelo di Gesù tuona per tutti noi: «Tornate dietro me, seguite i miei passi, imparate a pensare i pensieri di Dio!».
UNA PREGHIERA PER INTERIORIZZARE
Quanto sono dure le tue parole Signore,
quanto lontane dalla vita che vorremmo,
quanto perdenti le tue logiche rispetto al mondo.
Seguirti non è potenza, ma umiltà;non violenza, ma tenerezza;
non dominio, ma servizio;
non conquista, ma dono.
Insegnaci, Maestro buono ad amare il tuo Vangelo,
per essere vangelo oggi, vita buona e bella da cui ognuno può ricevere amore.
UN SMS DA INOLTRARE ai più giovani o ad amici (attraverso WhatsApp, SMS o sulle bacheche dei social):
Seguimi, accetta le mie logiche, vivi il mio Vangelo: è la parola che risuona forte e rompe ogni nostra logica; perché non il dominio, ma il dono genera vita.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA [Mc 8,27-35]
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social
Suor Mariangela Tassielli, fsp