Archivi categoria: buona domenica

Buona domenica!

Angelo

Colui che nascerà sarà santo
e sarà chiamato figlio di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
IV DOMENICA DI AVVENTO -Anno B-

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Non la moglie dell’imperatore, o il premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni, sceglie Dio, ma la piccola adolescente Mariam (la bella).
A lei chiede di diventare la porta d’ingresso per Dio nel mondo.
Cosa direste se domani mattina vi arrivasse una figlia o una nipote adolescente dicendo: Dio mi ha chiesto di aiutarlo a salvare il mondo? Appunto.
Invece Maria ci sta, ci crede e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere la testa davanti a tanta splendida incoscienza, tutti restiamo basiti davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, davanti all’ardire di una figlia di Sion che parla alla pari con l’Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti.
Dio ha bisogno della fresca incoscienza di una adolescente, come già aveva scelto fra i pastorelli il più grande re di Isrlaele, come sarà un ragazzo a fornire la merenda che sfamerà le folle nel miracolo dei pani.
Perchè noi adulti, spesso, siamo troppo savi per capire la bizzaria creativa e il senso dell’umorismo di Dio.
Dio sceglie Nazareth e, a Nazareth, sceglie Maria.
E a Nazareth per trent’anni, Dio si nasconde nella quotidianità più semplice: bambino, adolescente, giovane, falegname come suo padre.
Animo! Quando pensiamo di aver sbagliato tutto nella vita, di non aver avuto sufficienti opportunità, quando non siamo soddisfatti dei nostri risultati o siamo travolti dall’assordante incitamento di chi grida: “Devi riuscire”, pensiamo a Nazareth, a questo modo di operare che ci sbalordisce e ci incanta.
Andiamo a Betlemme amici, così come siamo: come Davide nella prima lettura che vuole costruire un bel tempio a Dio, anche noi ci sentiremo rispondere: “Lasciati fare, non preoccuparti di come hai preparato il tuo avvento, sono io che ti vengo incontro“.
Che volete, così è il nostro Dio, lasciamoci incontrare.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Il tuo si

 

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Buona domenica!

Battista

I Giudei gli inviarono da Gerusalemme
sacerdoti e leviti ad interrogarlo:
“TU CHI SEI?”
Egli confessò:
“IO NON SONO IL CRISTO”.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)
III DOMENICA DI AVVENTO – Anno- B

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Facciamo fatica ad essere noi stessi, ci mettiamo una vita a scoprire chi siamo e a liberarci delle nostre  maschere.
Educazione, condizionamenti, carattere, tutto concorre ad intorbidire il cammino di liberazione che Dio è venuto a proporci. Non siamo più abituati a pensare, a comunicare, viviamo in un mondo osceno, esteriore, superficiale.
Nel difficile cammino educativo necessitiamo di stimoli, di armoniose sollecitazioni, non di idee urlate e di modelli di vita insignificanti. Abbiamo bisogno di profeti come il Battista, autorevoli come lui, autentici come lui.
Non ho capito molte cose della mia vita, ma una sì:  LA VERITA’ CI RENDE LIBERI.
Solo il mio vero “IO” incontra il vero Dio.
Solo riconoscendo il proprio limite, che è opportunità e non mortificazione, possiamo diventare liberi per accogliere il Dio fragile che nasce. Solo riconoscendo che non abbiamo in noi tutte le risposte, possiamo metterci alla ricerca. Solo entrando nel profondo di noi stessi possiamo trovare la nostra vera identità in Dio.
“Chi sei, allora?” . Chi siamo allora?
Un mistico? Un provocatore? Un guru?
No, Giovanni è VOCE. Voce, voce prestata ad una Parola, voce che amplifica un’idea non sua, voce che fa riecheggiare un’intuizione di cui anch’egli è debitore.
Tu, amico lettore, cosa sei? Cosa dici di te stesso?
Forse sei pazienza, o attesa, o sorriso, o perdono, o sogno, o inquietudine.
Il Vangelo ci svela un Dio che ci aiuta a cogliere la verità di noi stessi.
Non so come stiate arrivando a questo Natale: l’importante è che ci arriviate in maniera autentica. Forse non è un gran periodo, forse non siete affatto soddisfatti di voi e delle vostre scelte.
Pazienza, Dio viene lo stesso, se avete il coraggio di invocarlo. Perciò dimorate (dimoriamo) nella gioia, rallegriamoci sempre nel Signore, teniamo buone le cose che egli ci ha donato, gioiamo pienamente in questo Dio che non meritiamo e che si dona.
Questo mite Dio che attendiamo e che già amiamo.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Il mio vero io

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Buona domenica!

Angelus

“Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola”.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA – Anno – B

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Ci sono dei personaggi chiave all’interno del nostro cammino di fede e, tra questi, Maria è il modello di ogni cristiano. Maria emerge dai racconti di Luca e degli altri evangelisti come una ragazza di grande equilibrio, con un’esperienza di vita che assomiglia alla nostra. Dicevamo, una settimana fa, della necessità di svegliarci, del grosso rischio che corriamo di vivere un po’ “addormentati”, fuori dalla vera vita; tutti indaffarati a trovare degli spazi per riposarci, dimenticando l’essenziale. Anche Maria, giovane credente, si ritrova nel tran-tran familiare: lavoro (che per l’epoca era casalingo), amicizie, tempo libero… Ed è in questo contesto che avviene l’inaudito: a Maria viene chiesto di diventare la porta d’ingresso di Dio nel mondo. Facile, no? E se fosse successo a noi, se Dio ci avesse detto: “Senti, ho bisogno di una mano per salvare il mondo”, cosa avremmo risposto?. Maria tentenna, fatica: come è possibile tutto questo? Ma l’angelo le ricorda che non bisogna mettere ostacoli a Dio: lui sa quello che fa! E Maria crede. Si resta attoniti, increduli, stupiti dalla semplicità di questa risposta: “Eccomi”. Quante conseguenze avrà questa disponibilità! Che razza di radicale cambiamento porterà questo “sì ” a Maria! Problemi con la sua situazione familiare, con un fidanzato che si vede Dio come concorrente in amore… Problemi con questo bambino che dovrà essere continuamente guardato come un Mistero… Problemi con questo Rabbì tutto preso nell’annuncio che si dimenticherà della propria famiglia per aprirsi ad una famiglia più ampia… Sofferenza nel vedere un figlio innocente condannato a morte… Maria si fida, crede nel Dio dell’impossibile.
Maria ci viene donata, o Dio, come sorella, per imparare da lei a credere nelle parole del Dio dell’impossibile. Maranatha, vieni Signore Gesù!

…e per riflettere puoi scaricare: Gusto di vivere

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Buona domenica!

deserto

“Una voce grida:
nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa
la strada per il nostro Dio”.

Dal libro del profeta Isaia (Is 40, 1-5.9-11)
II Domenica di Avvento – Anno – B

La parola a…
don Paolo Curtaz

Come Giovanni il battezzatore possiamo diventare profeti di Dio, aiutarci ed aiutare i fratelli a preparare la strada a Dio. I profeti non sono coloro che indovinano il futuro, ma coloro che interpretano il presente, che ci aiutano a leggere la nostra vita in una luce di fede, a indovinarne la novità, a capirne il senso. Non è difficile vivere. È impossibile, se non capiamo per quale strana ragione siamo stati messi al mondo. Superata la tentazione dei sempre presenti idoli della nostra vita (immagine di sé, carriera, denaro) che falsamente pretendono di riempire il senso di infinito che ci abita, ci resta un vuoto immenso di senso da colmare, il bisogno assoluto di capire. Molti, ahimè, vi hanno rinunciato, hanno abdicato a pensare, a vivere, travolti dalla quotidianità. Dio non si scoraggia e li/ci raggiunge proprio nella quotidianità, diventando uno di noi. Abbiamo urgenza di profetismo, abbiamo bisogno di persone che ci scuotano come un pugno nello stomaco. Buon Dio, di persone che ci blandiscono non sappiamo che farcene. Ciò di cui abbiamo bisogno è di una Parola che spezzi la crosta che si è formato intorno al nostro cuore. Accogliamo la profezia del battezzatore e dei tanti che camminano – mascherati da uomini comuni – in mezzo alle nostre fetide città. Non lasciamo che la profezia abbandoni la Chiesa, comunità dei cercatori di Dio, ma che sia sempre presente, anche quando è scomoda e ci giudica, anche quando mette in crisi le nostre (devotissime e cattoliche) certezze.

…e per riflettere puoi scaricare: Deserto
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Buona domenica!

attesa1

“Fate attenzione, vegliate,
perchè non sapete quando è il momento.
E’ come un uomo, che è partito
dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi,
a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque:
voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà,
se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino
fate in modo che, giungendo all’improvviso,
non vi trovi addormentati.
quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!“.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37)
I Domenica di Avvento – Anno B
 

 

La parola  a…
don Paolo Curtaz

Avete voglia di prepararvi al Natale? Volete, sul serio, svegliarvi da quest’ immenso sonno della coscienza che tutti ci intorpidisce? Riprendere speranza? Riceverla e donarla? Condividere e sognare con tutti? Uscire dal recinto dei devoti per incontrare coloro che vagano nel nulla e che hanno provocato l’ incarnazione di Dio?
Non siamo qui a far finta che poi Gesù bambino nasce. Dio è già nato, nella storia e tornerà nella gloria, nel cuore della notte, come uno strampalato sposo ritardatario. In mezzo ci siamo noi, ci sono io, ci sei tu, amico lettore. Siamo qui per darci un mese di sveglia interiore, per far nascere (ancora e ancora) Dio in noi.
È già nato, ovvio, altrimenti non stareste leggendo queste parole anarchiche di vangelo.
È già nato, ovvio, se avete deciso di ribellarvi ad una fede esteriore e tiepida.
È già nato, ovvio, se avete deciso di mettervi a cercare Dio.
Quello che possiamo fare è stare svegli, non lasciarci travolgere dalla follia quotidiana della vita, ribellarci al pensiero dominante (anche quello pseudo – cattolico) per vivere la nostra interiorità come dei cercatori di Dio.
Iniziamo il tempo della resistenza, dell’ interiorità, della preghiera, della speranza.
Se Dio diventa uomo, ancora non si è stancato di noi.
Se Dio diventa uomo, allora l’ uomo può imparare da Lui a diventare tutto uomo.
Se Dio diventa uomo, la vita merita Dio, e dev’ essere splendida, se solo la capissimo!
Dai, facciamolo bene questa volta, seguiamo sul serio la provocazione della Parola.
Aspettiamo Dio.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Vivere con intensità

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Buona domenica!

Scala verso il paradiso

 

Venite, benedetti del Padre mio,
ricevete in eredità il regno preparato per voi
fin dalla creazione del mondo,
perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere,
ero straniero e mi avete accolto,
nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato,
ero in carcere e siete venuti a trovarmi“.

 Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,31-46)
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – SOLENNITA’ DI CRISTO RE

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Quella di oggi è una pagina da imparare bene, visto che svela il trucco della salvezza, visto che i termini del contratto sono espliciti. Alla fine dei tempi, davanti al Cristo in maestà che succederà? Lo trovate scritto, leggete bene, e mettete da parte il taccuino su cui avete segnato puntigliosamente le ore di preghiera, le messe e le confessioni sopportate con cristiana rassegnazione e le eventuali giustificazioni da tirare fuori nel caso Dio fosse più esigente di quello che ci raccontavano. Il Signore ci chiederà se lo avremo riconosciuto, nel povero, nel debole, nell’affamato, nel solo, nell’anziano abbandonato, nel parente scomodo. Sì: avete capito bene. Il giudizio sarà tutto su ciò che avremo fatto. E sul cuore con cui lo avremo fatto. La fede è concretezza, non parole, la preghiera contagia la vita, la cambia, non la anestetizza, la celebrazione continua nella città, non si esaurisce nel Tempio. Allora, certo, la preghiera, l’eucarestia, la confessione, sono strumenti di comunione col Cristo e tra di noi per fare della nostra vita il luogo della fede. Nel mio ufficio, alla mia facoltà, in casa a spadellare mi salverò. Se saprò portare la fede da dentro a fuori, da lontano a vicino, e riconoscere il volto del Cristo adorato nel volto del fratello che incontro ogni giorno, mi salverò. La regalità di Cristo, oggi, si manifesta nei nostri gesti.
Cristo è Signore se sapremo sempre di più amare i fratelli, diventare trasparenza della misericordia, testimoni credibili della compassione.

 

e per riflettere puoi scaricare: Vita

 

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Buona domenica!

diversi

Ad uno diede cinque talenti,
a un altro due,
a un altro uno,
secondo le capacità di ciascuno.

Dal Vangelo di Matteo (Mt 25,14-30)
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno – A

 

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

La parabola di oggi ci svela come il Vangelo abbia talmente inciso il pensiero occidentale da modificarne il linguaggio. Quando una persona è capace, ha delle risorse, diciamo che ha “talento”, senza sapere che il talento è la famosa moneta affidata ai servi della parabola. Abbiamo dei talenti, dunque, e questa è una bellissima notizia: chi più, chi meno, ad ognuno è affidato un capitale da far fruttare, una risorsa da mettere a disposizione. Tutti, senza eccezioni, possediamo dei “talenti”: anche quelle persone che non riescono ad accorgersene o che – peggio – passano il tempo ad invidiare i talenti degli altri nascondendo il proprio sottoterra. E’ difficile accorgersi dei propri talenti, siamo tutti pronti a sottolineare i nostri difetti, ma facciamo fatica a guardare con obiettività alle nostre qualità. Il Signore ci chiede di prendere coscienza delle nostre qualità per metterle a servizio degli altri, per metterle a servizio del Regno che avanza. Esiste una malsana interpretazione dell’umiltà che vedo molto diffusa tra i discepoli: quella di dire “non valgo a nulla”. Non è umiltà, è depressione! Immaginatevi la faccia di Dio che vuol fare di noi dei capolavori, che ci ha creato con misteriosa provvidenza e arte e che si sente dire “Faccio schifo”! Mettiamo a frutto i nostri talenti, individuiamoli e poi doniamoli ai fratelli. Non si tratta di diventare dei premi Nobel della medicina, per carità! Magari riconosco come un dono la capacità di pazientare, o di ascoltare, o di perdonare, il mio buonumore, la mia sincerità, la mia capacità di accorgermi degli altri, e, con semplicità, ne faccio dono agli altri. Ricordate Giovanni il Battista? Il più grande tra gli uomini (giudizio di Gesù!) dice di sé, interrogato dai farisei: “Io sono voce”. Un po’ pochino, no? No: Giovanni ha scoperto di essere “voce”, Voce prestata alla Parola di Dio, voce messa a sua disposizione. Bellissimo! Nell’attesa del ritorno del Signore corriamo il rischio di stancarci, di tenere basso il profilo, di attendere senza operare. Come il servo idiota della parabola, spesso seppelliamo i nostri talenti o li mettiamo in contrapposizione gli uni con gli altri. Siamo ancora lontani dal valorizzare, nelle nostre stanche comunità i talenti di ognuno. La logica del mondo chiede di essere produttivi, aggressivi, decisi, forti, per spaccare il mondo, per conquistare mercati e danari. Nella logica del Regno ciò che conta è amare e ciascuno, anche la persona anziana, anche il fratello inabile, diventa una risorsa estrema nel mercato del cuore inaugurato dal Maestro, là dove sono beati i poveri e i sofferenti.
Buona settimana, intenti a far fruttare i nostri talenti, amici!

…e per riflettere puoi scaricare: Non conta la quantità

 

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Buona domenica!

Alba-campo

FRATELLI, VOI SIETE EDIFICIO DI DIO

Dalla prima lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi
(1Cor 3,9c-11.16-17)
DEDICAZIONE BASILICA LATERANENSE

 

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Il cristianesimo porta alle estreme conseguenze l’intuizione che Israele ha maturato durante la sua travagliata storia e di cui troviamo tracce nella Scrittura: nessun tempio umano può contenere la presenza di Dio, non esistono luoghi sacri perchè tutto appartiene al Creatore. Gesù, vero tempio di Dio, consacra, rende sacro ogni uomo, ogni luogo, ogni tempo. Incarnandosi, diventando uomo, Gesù annulla la divisione tra sacro e profano, restituisce armonia, ricostruisce l’unione che era all’origine della Creazione. San Paolo e san Pietro continuano la riflessione: è la comunità dei credenti a fare il tempio, è l’assemblea dei cercatori di Dio a rendere presente il Signore, perchè due o tre sono riuniti nel suo nome e nel suo amore. Siamo pietre vive, concittadini dei santi, costruiti sul fondamento che sono gli apostoli e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Signore. Vorrei che tornassimo a considerare la comunità, più che le mura, l’armonia, più che l’architettura, il sogno, più che la prassi culturale, il restauro delle anime, insieme alla doverosa conservazione dei beni culturali. Ho avuto la gioia, in questi anni, di conoscere preti che hanno costruito comunità nelle estreme periferie, in quartieri sorti dal nulla, celebrando per decenni in un garage prima di poter avere una chiesa che contenesse la Chiesa. E mi hanno raccontato l’esperienza di costruire una comunità, prima di un tempio che le contenesse. La festa di oggi richiama tutti noi alla realtà che senza pietre vive, le nostre grandi cattedrali, fra cento anni, saranno splendide testimonianze storiche.
Oggi è la festa della cattolicità della Chiesa e della sua unità, della bellezza, della diversità e della ricchezza dell’unione intorno al carisma di Pietro, rude pescatore chiamato ad essere roccia irremovibile nella custodia delle parole del Maestro.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Dove abita Dio

 

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Buona domenica!

“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me:
colui che viene a me, io non lo caccerò fuori,
perchè sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà,
ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato:
che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato,
ma che lo risusciti nell’ultimo giorno”.

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 6,37-40)
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
 

La parola a…
don Giancarlo Taverna Patron

Dio mi ama, è letteralmente “pazzo” di me (la “follia” della croce), vuole a tutti i costi celebrare con me un matrimonio indissolubile, fedele e fecondo.
Appena dico: lo credo, rischio di non crederlo già più.
E non lo crederò mai abbastanza.
Tu, Signore, mi dici con estrema semplicità l’indicibile, l’inimmaginabile, il troppo bello per essere vero, l’al di là di ogni più ardita speranza: Tu. Ami. Me.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Mi guarderà

 

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Buona domenica!

 

“Amerai il Signore tuo Dio
con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima,

e con tutta la tua mente…
e il tuo prossimo come te stesso”.

Dal Vangelo di Matteo (Mt 22,34-40)
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -Anno A-

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Cosa è essenziale alla vita? Cosa è essenziale alla fede? E alla fede cristiana? Come possiamo dire il cristianesimo a chi ne ha una percezione superficiale e frammentaria? Gesù mi chiede di amare con forza, con intensità, più che riesco, dando del mio meglio. Quante persone conosco che si deprimono perchè non riescono ad amare come vorrebbero! E Gesù dice loro: ama come riesci, non come vorresti. Gesù mi chiede di amare con passione, a costo di bruciarmi. Quante persone conosco che, scottate da esperienze negative, amano con il freno a mano tirato. E Gesù dice loro: ama e, se sbagli, pazienza. Non vuole persone tiepide, il Rabbì, vuole entusiasti come Davide, come Paolo, preferisce chi sbaglia per eccesso che per difetto. Gesù mi chiede di amare con intelligenza, conoscendo, imparando, nutrendo la mia mente, aperti alle esperienze più diverse. Quante persone pensano che credere nel Dio dei cattolici equivalga a cestinare il cervello! E Gesù dice loro: scoprite quanto Dio è creativo, immaginifico, stupendo, diffuso, presente ovunque. Di più: quella sottile annotazione “come te stesso” ci spalanca orizzonti ancora più ampi. Posso amare solo se mi amo. Posso accogliere solo se mi sono accetato.
Posso anche considerarmi non amabile, ma Cristo mi dice che Dio ama me, con le mie fatiche, i miei limiti, le mie storie, le mie oscurità. Non mi ama perchè amabile, non mi ama perchè me lo merito ma, amandomi mi rende amabile.


…e per riflettere puoi scaricare: Moralismo

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