Dio spalanca le porte, ricolma di doni: chiama, rafforza, protegge, sostiene, rialza, ci porta fino all’altezza del Figlio suo (fratelli legati al Fratello), ma sta a noi scegliere di restare, di non invertire la direzione, di non svenderci al primo offerente.
Pensate alla preghiera di Salomone: credo che sia tra le più belle preghiere che la Bibbia conservi e che oggi la liturgia ci fa ascoltare: «Concedi al tuo servo un cuore docile…». Preghiera che lo scrittore biblico ci dice abbia stupito perfino Dio, e che ci offre lo spaccato di un uomo dalla coscienza delicata e retta come pochi altri. E per quella preghiera, Dio elargisce, Salomone riceve e il popolo conosce il re giusto, che ottiene per il suo popolo giustizia. Eppure quel dono non basta per tenere Salomone alla larga dalla caduta. Il re saggio, nonostante tutto, crolla e permette al male di bloccare il suo cuore.
E allora che cosa fare? Ritorniamo alle tre brevissime parabole: il regno dei cieli è un tesoro nascosto in un campo. È a nostra disposizione. È per chi lo cerca. Si offre a noi, ma non nei mercatini dell’usato. È un tesoro prezioso, e il Vangelo ci lascia intravedere all’orizzonte colui che con gioia decide di mettere tutto in gioco pur di far sì che la sua vita ruoti attorno a quel tesoro. Non pensiamo però subito a noi stessi. La seconda breve parabola ci dice che il Regno è come un mercante che va in cerca di perle preziose. E anche in questo caso non applichiamo a noi stessi queste parole in modo moralistico: al centro di queste parabole non ci siamo noi, ma Dio. È lui il tesoro che si offre a noi; e Gesù è il primo a metterlo al centro di tutto. È Dio il mercante che ci cerca e che per noi offre tutto, offre se stesso, offre il Figlio Gesù.
E noi? Dove stiamo? Che posto abbiamo? Se comprendiamo fino in fondo che il regno dei cieli è prima di tutto un dono d’amore e di salvezza, allora noi siamo non più maestri di regole, scribi, ma discepoli dell’amore, capaci finalmente di tirar fuori al momento giusto scelte preziose che fanno vivere.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Donne e uomini del Regno
Allenaci, Signore Gesù,
ai ritmi del regno dei cieli,
insegnaci a puntare
verso i suoi traguardi.
Strade in salita, discese ripide,
ostacoli sul tragitto
non ci blocchino,
non ci facciano tirare
i remi in barca.
Il Regno travolge per la sua
bellezza e totalità.
Il Regno non esclude,
tira tutte e tutti dentro.
Il Regno raggiunge i lontani
e non dimentica i vicini.
Rendici donne e uomini
che scelgono ogni giorno
le sue logiche,
per seminare vita,
per accompagnare alla vita,
per far sì che dalla nostra vita
si generi novità.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mt 13,44-52)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì».
Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
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1 commento su “Se il regno di Dio fosse… noi? – BUONA DOMENICA! XVII DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A”