Venne Gesù… – BUONA DOMENICA! II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – Anno C

«Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»
Gv 20,92

Lo so, dopo aver ascoltato la pagina evangelica che la liturgia ci propone in questa II domenica di Pasqua, l’oggetto dei nostri pensieri è Tommaso… Lui, l’apostolo assente, e la sua incredulità. Lui come noi, noi come lui.
Oggi però a me piace spostare l’attenzione su un altro elemento: le porte chiuse. Già… proprio le porte chiuse che ritroviamo in entrambe le apparizioni di Gesù nel cenacolo, tra i suoi discepoli. L’evangelista le cita per ben due volte: «Mentre erano chiuse le porte per timore dei Giudei… venne Gesù, stette in mezzo a loro…», e poi: «Venne Gesù, a porte chiuse».
Colui che, morendo, aveva squarciato il velo del tempio, abbattendo ogni muro di separazione tra noi e Dio, continua a ritornare per portare risurrezione lì dove la paura chiude porte, alza muri, ricostruisce veli di separazione tra l’umano e il divino. Il Dio crocifisso e risorto continua a ritornare e, in ciò che è asserragliato, chiuso, bloccato, soffia uno Spirito nuovo e annuncia pace.
«Pace! Pace a noi, pace dentro di noi, pace tra noi»: una pace che è offerta a noi come dono sovra-umano e che, consegnataci, diventa per noi chiamata e responsabilità a divenirne costruttori, instancabilmente costruttori. Una pace che ci offerta anche quando intorno a noi e dentro di noi ergiamo barricate, dichiarando guerra al mondo che ci si muove attorno. Una pace che sa sempre superare le nostre chiusure, le nostre paure, le diffidenze, i timori. Una pace che non è un puro e semplice ideale, ma una persona, che sta tra noi esattamente come stette tra quei discepoli nel cenacolo. Il suo darsi, il suo entrare in noi nonostante tutto, fa sì che la pace sia sempre possibile. Il suo esserci nella nostra vita fa sì che, toccandolo, possiamo essere raggiunti e trasformati dall’Amore.
Buona II domenica di Pasqua. Buona domenica della misericordia. Buona domenica dell’Amore che, lasciandosi toccare, ci tocca.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Spalanca ogni porta chiusa

Signore Gesù, Crocifisso risorto,
penetra lì dove noi abbiamo eretto
barricate interiori,
spalanca le nostre porte chiuse,
converti le nostre paure alla pace,
all’incontro, al sorprendente altro.

Soffia su di noi il tuo Spirito
e aprici alla vita
che sa germogliare in ogni ferita.
Toccaci, Signore,
perché toccando te
possiamo essere raggiunti
e trasformati dall’Amore.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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Risorgi! – BUONA DOMENICA! DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE 

«Egli doveva risuscitare dai morti.»
Gv 20,9

È il primo giorno della settimana. È il primo giorno di una alleanza nuova e inaudita. È il giorno nuovo inaugurato dal Salvatore. È il giorno in cui tutto, ma davvero tutto si è compiuto.
Eppure… I discepoli sono rimasti con un pugno di mosche in mano. Nulla di quanto atteso e annunciato. Nulla se non un sepolcro vuoto. Nulla se non un’assenza: unica prova non-prova per poter credere… Ma in che cosa? Che cosa avranno pensato quei discepoli e quelle discepole? Quali delle tante parole del Maestro gli saranno ritornate alla memoria?
Maria di Magdala cerca il corpo del Signore. Simon Pietro scruta l’assenza e osserva dei segni: i teli, il sudario, il sepolcro vuoto. Il discepolo «che Gesù amava… entrò… vide e credette». Entrò nella stessa assenza, in quello stesso vuoto… ma lui credette!
Credette nonostante tutto. Credette avendo nulla da stringere. Credette semplicemente. Credette senza aver bisogno di altro…
E noi, di che cosa abbiamo ancora bisogno? Noi credenti che cosa continuiamo a cercare? I segni di risurrezione sembrano dissolversi tra le nostre mani. Continuiamo a trovarci di fronte a sepolcri svuotati, a figli di Dio massacrati e uccisi, a madri che continuano a stringere crocifissi, a una creazione ferita e ridotta a macerie che non riesce a risorgere.
Ma risurrezione non significa forse questo: vita nella morte? Un presente-assente non significa forse luce che nella notte?
Questo l’augurio: non smettiamo di credere che una nuova creazione ci sarà. Non permettiamo a nessuna guerra di uccidere la speranza. Non consentiamo alla violenza di murare nel sepolcro ogni possibile risurrezione.
Noi siamo discepoli amati! Per questo la risurrezione è sempre possibile!
Noi siamo amati, voluti, salvati, tutti e sempre! Per questo la morte e la non-umanità non avranno l’ultima parola sulla vita!

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Risorgi, Signore

Risorgi, Signore Gesù,
tra le lacrime di chi
non ha più speranza,
tra le macerie di chi
ha una vita da ricostruire,
tra le armi che stanno
ancora una volta uccidendo.
Risorgi, e rinnova la vita!
E lì dove l’uomo
sta seminando morte,
tu, Signore risorto,
fai germinare
una nuova creazione.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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