«Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Lc 18,14
«La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto» (Sir 35,21). Che straordinaria certezza.
Credetemi! Vorrei vedere la faccia dei potenti di turno, dei giusti, degli irreprensibili, dei perbenisti dalle certezze sempre in tasca, di chi crede di potersi sempre aggiustare come crede, di chi per ogni problema ha sempre la soluzioni più giusta e corretta… forse sarebbe una faccia un po’ contrariata, come quella di coloro a cui Gesù racconta la parabola (Lc 18,8-14) e che avevano, e forse hanno ancora, l’intima presunzione di essere giusti. Ma vorrei vedere anche il volto stupito dei poveri di ogni tempo, dei maltrattati, dei non considerati perché insignificanti (perché non belli, non ricchi, senza cravatta, senza lavoro, senza patria, senza casa, con poca salute…); vorrei sentire in me l’irrefrenabile gioia di sentirmi nel cuore di Dio: patria di chi non ha patria, custode di chi è attaccato, gioia di chi è nella prova e nel peccato.
Una è la certezza che svetta tra queste pagina di Scrittura: il Signore abbraccia il povero e accoglie la sua preghiera. Il Signore è vicino a colui che lo invoca. Il Signore è casa sicura per tutti coloro che, con semplicità, lo cercano.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Felici ma umili
Siamo fortunati, Signore,
ad averti conosciuto.
Siamo felici di essere stati
raggiunti dal tuo amore;
ci sentiamo unici nel sapere
quanto grande sia la tua misericordia per noi.
Ma tu, Dio dell’amore, allontanaci
dalla superbia di sentirci degli arrivati,
dei figli migliori di altri,
dei giusti da cui altri potrebbero imparare.
Facci gustare l’umiltà di chi sa di essere in cammino
e la semplicità di chi sa di non aver meritato nulla
e di aver ricevuto tutto in dono. Amen.
ALLENIAMOCI IN MISERICORDIA

Per far crescere l’umiltà e abbassare la superbia dobbiamo allenarci a imparare dagli altri e scoprire il bene che c’è in loro. Ci proviamo?
DAL VANGELO della domenica (Lc 18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social e la fotocopertina per facebook, google plus e twitter.






grazie mille,
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