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Un re differente… – BUONA DOMENICA! – Solennità di Gesù Cristo Re dell’universo – Anno B

Lode e gloria a te, Re dell’universo,
del tempo e dello spazio,
e di ciò che li attraversa.
Lode e gloria a te,
primogenito e fratello che ci ami,
e per noi hai dato tutto.
Lode e gloria a te, Dio salvatore di tutti;
ci liberi da ogni peccato e
ci apri alla nostra più originaria identità:
l’essere figli e fratelli, figlie e sorelle.
Lode a gloria a te, Signore:
hai fatto di noi, di tutte e tutti noi,
sacerdoti per il tuo e nostro Dio e Padre.
Tu vieni, Signore, e noi, tutte e tutti,
ti vedremo. Gloria a te!
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Gv 18,33b-37)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

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Possiamo sperare – BUONA DOMENICA! – XXXIII domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Signore Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo,
radunaci attorno a te ogni giorno
e nutri con la tua Parola la nostra attesa
perché sia generatrice vita,
perché ci apra alla tua venuta
e alla novità che da te attraversa la storia.
In te possiamo sperare.
In te vogliamo sperare.
Che il ramo intirizzito germogli.
Che ogni deserto fiorisca.
Che in ogni fine ci sia sempre un inizio.
Radunaci attorno a te, Maestro,
e cuore, intelligenza e volontà
restino desti in un’attesa pregna di speranza.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 13,24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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Quel poco donato – BUONA DOMENICA! – XXXII domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Signore Gesù,
maestro dallo sguardo penetrante,
tu dai senso ai nostri sì,
dai valore ai pochi spiccioli della nostra vita
che riusciamo a donarti.
Donaci il coraggio dei piccoli gesti
e insegnaci a credere nel valore rivoluzionario
di un dono invisibile e snobbato.
Allontanaci dalla tentazione di trattenere
un pugno di farina per paura di non farcela,
dal desiderio di mettere al sicuro
quel poco che abbiamo per poterlo custodire.
Tu, Signore e Maestro, hai donato tutto.
Insegnaci a farci dono, a essere dono,
anche quando sentiamo di essere null’altro
che un pugno insufficiente di farina.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(1Re 17,10-16)

In quei giorni, il profeta Elìa si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere».
Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo».
Elìa le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”».
Quella andò e fece come aveva detto Elìa; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elìa.

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Semplicemente amore – BUONA DOMENICA! – XXXI domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Signore Gesù,
in te noi vediamo l’amore,
scopriamo l’amore,
siamo raggiunti dall’amore.
È la tua vita spezzata
e offerta per tutti noi a dirci
quanto immenso sia
l’amore con cui ci ami,
ed è la gratuità del tuo dono
a rivelarci il suo confine,
decisamente oltre i nostri orizzonti.
Insegnaci ad amare, Dio Amore,
ma prima ancora aiutaci
a perderci nel tuo amore,
per permettere all’Amore
di cambiarci in profondità.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

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Il Signore salva il “resto” – BUONA DOMENICA! – XXX domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Siamo ciechi, Signore,
anche se non lo sappiamo.
Zoppichiamo, Signore,
anche se crediamo di correre.
I nostri grembi sono sterili, Signore,
anche se ci ostiniamo
a dare colpe fuori di noi.
Riportaci a casa, Dio della vita,
Padre della storia, Signore del tempo.
Riportaci a casa e fai grandi cose per noi.
Non su di noi, ma dentro di noi.
Riportaci lì dove ogni cosa è nata,
dove un giorno ti abbiamo incontrato,
dove acqua zampillante
ci ha guarito e consegnato alla vita.
Rabbunì, aiutaci a vedere, a credere, a cantare.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 10,46-52)

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

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Con te, ma come? – BUONA DOMENICA! – XXIX domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Signore Gesù, fratello e Signore,
vogliamo imparare a servire!
Per noi non è facile.
Per noi non è sempre una priorità.
Se è evitabile lo preferiamo.
Ma tu, giorno dopo giorno,
insegnaci a bere il tuo calice,
anche quando è difficile.
Facci assaporare la vita
che sgorga dal dono gratuito.
Trasforma il nostro cuore
perché i nostri occhi vedano
e riconoscano l’altro.
Liberaci da noi stessi
perché possiamo farci servizio.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 10,35-45)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

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A mani vuote – BUONA DOMENICA! – XXVIII domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Eccomi, Signore e Maestro,
vorrei poterti dire «Ci sono!»,
pronto a seguirti con mani vuote,
cuore libero, piedi leggeri.
Ma ci sono legami invisibili
che mi trattengono,
fortemente ancorato alle mie sicurezze,
a quello che ho e che sono.

Fammi sentire la bellezza del Regno,
aiutami ad assaporare
la gioia incontenibile del dono,
insegnami a lasciar andare sicurezze,
a sciogliere durezze interiori
per mettere te al centro della vita e delle scelte,
per essere capace di seguirti,
per poter vivere con autenticità il Vangelo.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 10,17-30)

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

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Impastati di Dio – BUONA DOMENICA! – XXVII domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Signore Gesù,
insegnaci a guardare il mondo con gli occhi di Dio,
ad amare il mondo attorno a noi con il cuore di Dio.
Ci sentiamo chiamati ad amare,
a dare corpo a quell’amore
che non misura, non giudica, non possiede,
non rende l’altro né oggetto di un bisogno né proprietà.

Dio della vita e dell’amore,
insegnaci ad amare donando la vita,
perché l’altro a cui mi affidi e che mi affidi
possa vivere in pienezza. Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 10,2-16)

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

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Quando il bene ci fa problema – BUONA DOMENICA! – XXVI domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Signore Gesù, nel tuo nome
possiamo spargere semi di vita,
nel tuo nome
possiamo diffondere il bene,
nel tuo nome
possiamo essere Vangelo.
È il tuo Spirito a riempirci di vita.
È lo Spirito di Dio a spingerci oltre noi stessi.
Insegnaci a smascherare la gelosia
che vuole trattenere e controllare il dono.
Insegnaci a godere del bene e di chi lo compie.
Rendi la nostra coscienza fine
al punto da frenare la nostra mano,
i nostri piedi, le nostre scelte
quando stanno per generare male. Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 9,38-43.45.47-48)

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

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Quanto è esigente il Vangelo! – BUONA DOMENICA! – XXV domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Signore Gesù, quanta lucidità nei tuoi gesti,
quanta vita nelle tue parole!
Sei stato maestro di dono e di totalità,
di accoglienza e di servizio, di totale disponibilità al Padre:
vorremmo seguire i tuoi passi
e vivere con la tua stessa intensità.

Liberaci da noi stessi e dai nostri blocchi interiori,
dalle nostre prospettive spesso troppo ridotte a noi stessi,
dalla nostra voglia di primeggiare,
dalla convinzione di sapere sempre ciò che è giusto.
Spalanca a te gli orizzonti della mente e del cuore,
per imparare a tenere dentro gli altri,
per riconoscere e accogliere l’inedito di Dio.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 9,30-37)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

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