Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
(Gv 6,51)
Oggi celebriamo la bellissima solennità del Corpus Domini, del Santissimo Corpo e Sangue del Signore. Non so, forse i più giovani non hanno avuto il tempo o la possibilità di sperimentare alcuni momenti celebrativi legati a questa solennità. Ma credo che molti tra noi facilmente potranno fare memoria di significativi momenti liturgici comunitari in cui si celebrava e adorava il Corpo e il Sangue del Signore. E non per un’azione di potenza, ma per un atto comunitario ci si sentiva, tutte e tutti, corpo vivente del Signore, ci si percepiva in modo più forte Chiesa in cammino, sorelle e fratelli radunati attorno all’unico Signore, verso il quale si cantava e si pregava insieme.
In alcune realtà la solennità del Corpus Domini continua a generare momenti comunitari intensi e significativi, ma in molte altre no. E la sensazione è che un po’ dovunque si stiano abbassando sempre di più i riflettori sul senso e sulla centralità eucaristica, e al contempo anche sulla comunità. Ma dicendo questo non penso tanto alle pompose manifestazioni di culto attorno all’eucaristia. Non penso ai baldacchini. Non penso alle veglie o processioni in pompa magna, che più che Chiesa-comunione, ci fanno o ci facevano percepire chiesa-gerarchia, dove ognuno doveva stare al suo posto canonicamente stabilito.
Io penso all’Eucaristia così come il Signore ce l’ha consegnata. Penso al suo corpo offerto per noi proprio nella notte del tradimento. Penso a una nuova alleanza fissata una volta per tutte con il suo sangue, e solo con il suo, per dare a noi la libertà di essere o non essere di Dio, sapendo che lui sarebbe comunque stato dalla nostra parte.
Penso a un’Eucaristia che non trova altro senso se non in quella moltiplicazione del poco o nulla.
Penso a un Dio che per generare miracoli non ha bisogno che di noi, così come siamo, con quel poco che abbiamo. Perché è questo che ci dice il Vangelo di Luca. Di fronte ai cinquemila uomini, e alle donne e bambini, il miracolo è possibile grazie al poco donato.
Dio c’è, sì, c’è. La Provvidenza c’è, sì, c’è. La grazia c’è, sì, c’è. Ma a partire dai cinque pani e due pesci; a partire da una comunità che con fiducia condivide; a partire da chi ammette di non avere altro se non un poco, ma un poco né negato né nascosto né difeso… un poco affidato.
Il vero miracolo eucaristico, quello cioè che l’Eucaristia compie ogni giorno, ogni volta, è farci sentire Corpo, parte viva di qualcosa che non finisce con noi ma che vive anche con noi.
L’Eucaristia, per la potenza dello Spirito Santo, ci rende Corpo vivente del Signore, Chiesa in cammino che ogni giorno sa reinventare la carità.
Oggi, guardiamoci dentro: quali sono i 5 pani e 2 pesci che possiamo condividere? E non intendo un pezzo di pane e una scatoletta di tonno. Cos’è quel poco che penso di avere… ma a cui do talmente tanto poco valore da arrivare a negarlo? Cos’è quel poco che ho paura di perdere? Cos’è quel poco che a malapena basta per me… figurarsi condividerlo?
Nel cuore una voce: «Voi stessi date loro da mangiare».
Oggi, ricevendo l’Eucaristia, offriamo al Signore e quindi alla comunità quel poco, quei 5 pani che abbiamo. Non lasciamoci bloccare dal dubbio: «Sarà sufficiente?».
Offriamo. Lui può benedire e moltiplicare il poco non il nulla.
Di quel poco lui ha bisogno.
Quel poco lui sta attendendo.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Nel tuo Corpo e nel tuo Sangue
Gesù Maestro,
nel tuo Corpo e nel tuo Sangue
contempliamo l’Amore,
la tua vita offerta
per tutte e tutti noi.
Nel tuo Corpo ci riscopriamo Corpo,
Chiesa chiamata e radunata,
popolo di figlie e figli
mandati a portare vita,
a condividere eternità.
Pane del cielo, nutrici di te.
Vita nuova per il mondo, aprici a te.
Fonte zampillante, facci vivere di te.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 9,11b-17)
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
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