Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
(Is 43,19)
«Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra».
Quanto è intensa questa espressione del Vangelo di Giovanni che la liturgia di questa V domenica di Quaresima ci propone. Tutte le volte è al contempo uno scossone e una preziosa pacca sulle spalle.
La situazione è complessa: c’è una legge chiara, divina, e c’è una precisa colpa.
E poi c’è “tutto il popolo” – così scrive Giovanni – in ascolto della sua parola, pronto a imparare. Ora, certamente, scribi e farisei metteranno pure alla prova, ma forse né più né meno di quanto farebbero molti tra noi rispetto a situazioni di oggettivo peccato.
Scribi e farisei insistono nell’interrogare Gesù. E – ne sono certa – lo faremmo anche noi. Perché il limite tra il peccato e la misericordia non è un confine, non imprime una traccia certa. Peccato e misericordia si fondono, si trasformano, si intrecciano. Il peccato – quello altrui e quello nostro, quello grave ma anche quello cosiddetto veniale, quella sorta di leggera e invisibile polvere sulla nostra coscienza – ci richiede e ci insegna un esercizio di misericordia e compassione, di responsabilità e liberazione. Ma la misericordia ci insegna ad ascoltare le storie che il peccato nasconde, ci insegna a scoprire la bellezza dei volti sfigurati dal peccato, ci insegna ad accarezzare i cuori che il male ha mortalmente colpito.
Per questo è intenso quel chinarsi di Gesù per scrivere con il dito per terra.
Perché solo chi si china sa risollevare.
Solo chi alla cattedra preferisce la strada sa ascoltare.
Tutto il popolo vuole imparare. Ma Gesù sposta l’attenzione, crea una sorta di rottura, quasi a dire: perché costringete Dio dentro la lettera? Perché vi ostinate a non dare nomi alle figlie e ai figli di Dio. Perché di Dio continuate a prendere la legge della condanna e ignorate i suoi desideri di salvezza.
Perché voi che credete in Dio non date a Dio il tempo e la possibilità di far germogliare una nuova creazione nel cuore di chi ha peccato, di chi ha cambiato rotta, di chi non ha più voluto avere nulla a che fare con lui?
Penso a Gesù che scrive e non immagino una parola, ma immagino strade e fiumi… Strade nel deserto e fiumi nelle steppe.
Nello scrivere di Gesù a terra è come se prendessero corpo le parole di Isaia, che sono la promessa di Dio che sa e può, e vuole, portare vita dove sarebbe impossibile anche solo pensarla.
Questa certezza ci tenga fermi anche nel vacillare della nostra fede: Dio vuole e può portare vita anche dove sembrerebbe impossibile… e lo sta già facendo: non ve ne accorgete?
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Persone nuove
Che cosa farai con noi, Signore?
Con noi, non così diversi da quella donna
colta in flagrante adulterio…
Con noi, così faticosamente fedeli al tuo Vangelo…
Con noi, così eccessivamente buonisti
o pericolosamente intransigenti…
Che cosa farai delle nostre continue ricadute?
Scrivi, Signore,
scrivi nella polvere il nostro peccato
perché il vento del tuo Spirito lo spazzi via,
perché la tua misericordia ci rinnovi,
perché la tua fiducia in noi
ci renda persone nuove.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Gv 8,1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
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