State attenti a voi stessi,
che i vostri cuori non si appesantiscano…
Vegliate in ogni momento pregando.
(Lc 21,34.36)
«Ecco, verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene…». Con queste parole – che la Prima lettura ci consegna – inizia il nuovo anno liturgico, un anno all’insegna di uno straordinario tempo di grazia e di ripartenza: il Giubileo. Non possiamo essere così ingenui da pensare che nei prossimi 365 giorni si realizzeranno alla lettera le parole del profeta; non è così che funziona. Dio non realizzerà le sue promesse di bene, che per noi – tradotto – significa i nostri desideri. Ma certamente il Giubileo potrebbe essere per noi l’ennesima possibilità dataci da Dio per creare i presupposti a che quel bene che lui desidera per l’umanità possa davvero realizzarsi. Perché quel bene, quelle promesse di bene di cui Geremia scrive non sono frutto solo dell’opera di Dio, ma anche delle nostre scelte.
Le parole del profeta rivolte a un Israele sofferente, che viveva uno dei momenti più difficili della propria storia continuano a risuonare con una forte carica profetica anche per noi oggi, perché in fondo sono state pronunciate in tempi forse non così dissimili dai nostri, tempi bisognosi di speranza, tempi in cui continuare a credere in una storia capace di generare vita, tempi in cui scegliere di non arrendersi allo scoraggiamento, alla disumanità, tempi in cui resistere scegliendo di fare la differenza.
Ecco è questa la cornice in cui quest’anno possiamo vivere l’Avvento.
Il Vangelo si conclude con un invito alla vigilanza; e allora vigiliamo!
Vigiliamo su noi stessi e sul nostro cuore, sui sentimenti che lo attraversano, e magari lo appesantiscono.
Vigiliamo sulle preoccupazioni che ci travolgono e che hanno il potere di chiuderci alla speranza e consegnarci alla disperazione mortifera.
Vigiliamo sul dio che stiamo aspettando e sulle attese che stiamo nutrendo.
Chi o che cosa stiamo realmente attendendo?
Un Figlio d’uomo potente capace di liberarci dai pesi di questa vita? Dalle ingiustizie? Dalla sofferenza? Dalle malattie?
E come stiamo attendendo?
Il Vangelo dice: vegliate in ogni momento, pregando.
San Paolo dice: permettete a Dio di farvi crescere e sovrabbondare nell’amore.
Geremia dice: credete nell’opera di Dio che mantiene le sue promesse e farà germogliare il bene.
Le tre letture di questa prima domenica tracciano per noi un percorso, e ci chiedono di intraprenderlo. Nella semplicità forse, ma con rigore.
Di anno in anno, nel Natale, celebriamo l’evento più rivoluzionario della nostra fede: il farsi carne di Dio. Abbiamo bisogno di prepararci interiormente all’evento che sovverte le logiche di ogni fede e che costantemente ci chiede di sovvertire anche le nostre, il nostro sguardo sul mondo, le nostre priorità, la nostra mai sufficiente voglia di stabilità e certezze.
Quest’anno, in Avvento, consegniamoci alla speranza, a Colui che è la speranza del mondo e di ciò che viviamo. Consegniamoci alla speranza, facendo germogliare speranza. Come?
Tutte le volte in cui qualcosa di noi si lascia andare allo scoraggiamento, esercitiamoci a scovare dei germogli di vita, cioè delle situazioni, o persone, o eventi o scelte che se potenziati possono spegnere il buio e rafforzare la luce.
Buon Avvento di speranza!
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Vieni, Speranza del mondo
Vieni, Speranza del mondo,
vieni, Parola di vita
di cui ogni popolo ha bisogno.
Noi ti attendiamo,
noi vogliamo essere tua casa:
casa in cui il bene germoglia,
casa in cui la speranza trova spazio,
casa in cui la luce può brillare,
casa in cui ogni voce è accolta
e ogni lacrima asciugata.
Vieni, Signore Gesù, riempici di te.
Vieni, Speranza del mondo,
maranathà!
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Liturgia completa su >>> CLICCA QUI
La PREGHIERA e le COVER in formato da scaricare e condividere sui social
I nostri social:


