Una cosa sola ti manca:
va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri,
e avrai un tesoro in cielo
(Mc 10,21)
In questa XXVIII domenica del Tempo Ordinario sembra anche a noi di essere raggiunti dallo sguardo che Gesù riserva a quel tale pronto a fare tutto pur di ottenere l’eternità. Gesù lo ama. Ed è proprio in forza dell’amore che prova a spingere quel tale oltre i confini della sua coscienza, oltre i traguardi che si è prefissato, oltre sé stesso. Ma quel confine, quell’andare oltre, sembra distante, troppo distante, quasi irraggiungibile.
Eppure quel tale, quell’uomo, ha corso incontro a Gesù, sembrava fortemente motivato nella sua ricerca e richiesta.
Perché allora una determinazione così forte non è sufficiente a generare una risposta?
Perché tutto crolla di fronte a quel «Va’, vendi quello che hai, dallo ai poveri e poi vieni, seguimi?».
Perché tutto si ferma riconsegnando ogni cosa alla tristezza e alla resa?
C’è un movimento particolare difficile e complesso nella vita di ognuno di noi, è l’andare oltre il mondo che ci siamo creati, è il superare quei confini che con grande cura e premura, pur inconsapevolmente, abbiamo eretto lungo gli anni a difesa di mille sicurezze interiori ed esteriori.
Entrare nel Regno dei cieli è difficile, a tratti impossibile, perché la strada che va percorsa è proprio oltre quei mondi interiori che rappresentano le nostre sicurezze e il nostro ossigeno, è al di là delle ricchezze che per quanto oneste non sono il prezzo dell’eternità. La porta del Regno è la strada stessa, che chiede di essere percorsa con passi ritmati da cura e umanità, attenzione all’altro e condivisione, ascolto profondo di colui che è Parola che vuole attraversarci.
Il Regno è via difficile, ma possibile; è via di scelte.
Lui, il Signore, ci scruta con amore, e conosce il nostro cuore, conosce le ombre che ci abitano e la bellezza che custodiamo. Il suo è un movimento che ci spinge oltre, oltre noi stessi, e ci rende dono.
Quando la nostra fede in lui si riduce al fare, quando si accontenta di realizzare cose, lui, il Dio dell’amore, ci mette dentro la nostalgia dell’essere, quella forza interiore che ci fa desiderare non di raggiungere il cielo, ma di essere cielo, non di dare doni, ma di essere dono, non di parlare di Vangelo ma di essere Vangelo.
Signore, ci sono?
Eccomi, Signore e Maestro,
vorrei poterti dire «Ci sono!»,
pronto a seguirti con mani vuote,
cuore libero, piedi leggeri.
Ma ci sono legami invisibili
che mi trattengono,
fortemente ancorato alle mie sicurezze,
a quello che ho e che sono.
Fammi sentire la bellezza del Regno,
aiutami ad assaporare
la gioia incontenibile del dono,
insegnami a lasciar andare sicurezze,
a sciogliere durezze interiori
per mettere te al centro della vita e delle scelte,
per essere capace di seguirti,
per poter vivere con autenticità il Vangelo.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 10,17-30)
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
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1 commento su “A mani vuote – BUONA DOMENICA! – XXVIII domenica del Tempo Ordinario – Anno B”