La mia vita e Dio… – DOMANDE e RISPOSTE!

Questo post mi piace pensarlo come una sorta di post-gancio rispetto a “La mia vita e Dio” e nasce come risposta ad alcune domande postate da una nostra web-friends, MR.  Come lei stessa scrive, per tante, forse per tutte queste domande l’unica risposta è la FEDE, ma proprio perchè credo che la fede non sia acqua fresca, ma carne e ossa, con tutto ciò che comporta, ho pensato di condividere una serie di risposte che nascono dalla mia esperienza, da questi anni di relazione con Dio, di ascolto, discernimento, scoperta, adesione, lotta, lacrime, sogni e anche un po’ di delusioni… come in ogni buona relazione che si rispetti…

Come si fa a entrare nel deserto? Come hai fatto a capire che Dio volesse parlarti?

Credo che nel deserto non si decida di entrare, ma ci si trovi… Così come non si può capire che Dio sta per parlare… Lui parla, semplicemente, e tu ti ritrovi in qualche modo ad ascoltare… a sentire che sta accadendo Mariangelaqualcosa di strano, di non così facilmente individuabile, spiegabile. Sicuramente ci sono delle situazioni, dei luoghi, dei tempi privilegiati, una sorta di possibilità in più per ascoltare… ma non è poi così determinate. Creare spazi di silenzio attorno a noi è sicuramente dare a Dio la possibilità di parlare e di essere ascoltato meglio, ma è decidere di fare silenzio dentro di noi e di valorizzare ogni situazione possibile… questo fa la differenza.
Se penso ai miei deserti personali, non credo di esserci mai entrata volontariamente. Mi ci sono trovata, è la vita ad avermi spinto dentro e ad avermi lasciata spesso sola. Ma solo io ho potuto decidere se e come viverli, cosa scoprire e cosa imparare. Credo che stare nel deserto, in quei luoghi interiori di non risposta, di non certezza, di aridità assoluta, sia uno dei momenti più difficili, o almeno per me lo è stato. Certezze crollate, rabbia, paura, solitudine, cecità assoluta, lacrime… di questo spesso sono popolati i mei deserti… e forse quelli di tutti. Ma c’è una cosa che non ho mai dimenticato e ho sempre ripetuto a me stessa: “Coraggio, resisti! Perchè questo è il momento in cui l’albero sta spingendo in profondità le radici… questo è il momento in cui le spalle stanno diventando forti… non mollare; questa situazione, se la vivi fino in fondo, ti riconsegnerà alla storia, in modo nuovo”.donna deserto orme Posso dire una cosa oggi… i deserti non li scegli, ma certamente puoi scegliere come viverli…
Quanto a Dio… che dire?  Tutte le volte che parla mi sorprende… non posso prevederlo… c’è però una spia molto forte: è il cuore… all’inizio è come se percepissi che c’è una sensazione strana, nuova, diversa… si serve di tante cose, persone, situazioni… ma poi quando l’esercizio dell’ascolto aumenta, diventa sempre più possibile comprendere… e la sua voce diventa una realtà interiore, impossibile da ignorare… Ma è un ESERCIZIO costante; è un esercizio per tutti; è una realtà possibile!

Hai mai pensato che le emozioni vissute quel 23 luglio fossero solo emozioni e che non fosse la voce di Dio?
Qual è la differenza?

C’è una cosa che è uno dei più grandi ostacoli all’ascolto di Dio e quindi al capire la sua volontà: l’impazienza. Ciò che di fatto fa la differenza tra le emozioni passeggere, i facili entusiasmi e la sua vera voce è il tempo, quello scorrere inesorabile del tempo su di te, sulle tue scelte, sulla tua vita, sulle emozioni, sui silenzi, su quelle attese a volte più lunghe dell’eternità.
giovane pensa
Le emozioni, per quanto forti passano come l’acqua su un impermeabile, magari ricordi il loro “sapore” intenso, ma non ti cambiano, non ti spingono ad andare controcorrente, non ti sostengono nei passaggi difficili… la voce di Dio sì!
La sua voce ha bisogno di tempo per parlare, per farsi ascoltare, per vincere in fedeltà, per convincerti della sua presenza.
Tantissime sono state le volte in cui la tentazione di archiviare tutto erà lì dietro l’angolo. Infondo scegliere Dio, scegliere di credere nella sua voce stava diventando sempre più scomodo. Le rinunce iniziavano a diventare importanti, e non si trattava più di scegliere tra una cosa buona e un’altra cattiva: no, assolutamente no! Dio iniziava a chiedermi scelte reali, rispetto a due cose buone, belle, desiderabili. Convincere il mio cuore che in fondo tutto quello che avevo sentito era emozione, sarebbe stato semplice, e rasserenante. E poi… seppure fossero state solo emozioni… chi avrebbe mai potuto svalutarle?  Chi avrebbe potuto ignorarle? Perchè e da dove sarebbero venute? Esisteva forse un nulla così forte da generarle? In che modo una situazione che non conoscevo e un sacerdote, delle cui parole non ricordavo nulla, avrebbe potuto fare breccia in me? Come avrebbero potuto delle persone che non conoscevo riuscire a toccare proprio i punti deboli del mio cuore? E poi… l’amore non si fa riconoscere proprio attraverso un’emozione intensa?

Come si fa a superare la paura, quella vera, quella che ti blocca, quella che ti impedisce di pensare che la tua vita potrebbe essere altro?
A un certo punto della tua testimonianza dici che Dio è uscito dalla tua vita, ma in che senso? Non sentivi più la sua presenza? E poi come hai capito che era tornato?

Ho preferito mettere insieme queste due e più domande, proprio perchè credo che, insieme, l’una faccia luce sull’altra. Non è facile dare voce a tutto quello che queste domande mettono in moto… non è facile perchè, senza paura, riconosco che quello di cui sto per parlare è uno dei momenti più duri e difficili della mia vita. E’ il momento in cui ho sentito una forte spaccatura tra quello che il mio cuore desiderava in modo immediato e quello che Dio mi stava proponendo. E’ il momento in cui ho sentito che la presenza di Dio nella mia vita stava per spingermi verso un orizzonte che non mi apparteneva, che era fuori dai miei progetti, dai miei sogni di futuro. Sapete cosa avrei desiderato per me? Una FAMIGLIA NUMEROSA… una famiglia con almeno 8 figli. E i presupposti c’erano… o almeno ci sarebbero stati. E invece no! Proprio nel momento in cui, in me 17enne, stava facendo capolino l’amore pensarevero, quello per il quale ti saresti giocato tutto… quello che stavi aspettando, quello che ormai c’era… era lì… corrisposto… Beh proprio in quel momento una sottile voce, molto sottile, mi ha sussurato: “Ti basta? Al tuo cuore sei sicura che basti questo? E al mondo?”
Questa per me, è stata la mossa intollerabile di Dio! Il mondo? Dio? Ma possibile che quello che stavo vivendo non interessava a nessuno, neppure a Lui? E no, così no! Proprio in quel momento doveva parlare? Possibile che alla mia felicità doveva essere anteposto tutto il resto? NO! Per me è stato il momento di un NO chiaro detto a Dio e ai suoi progetti! “Io voglio vivere, voglio essere libera, voglio amare liberamente come tutti alla mia età. Tu, Signore, stanne fuori! Non mettermi sensi di colpa, perchè saresti solo ingiusto!” Questo gli ho detto quel giorno in cui gentilemente, gli ho chiesto di uscire. E vi potrà pure sembrare strano, ma da quel giorno mi sono realmente sentita libera, senza alcun fiato sul collo. Avrei potuto amare liberamente senza dovermi preoccupare di altro. E così è stato!
Chiedetevi però a questo punto cosa è successo alla mia vita, alla mia gioia, ai miei sogni…
In quel tempo non mi mancava nulla, avevo realmente tutto ciò che si poteva desiderare: stavo vedendo nascere un amore bello, mi piaceva… in parrocchia c’era tutto: successi, risultati. Anche a scuola: tutto super ok!
C’era però un nome che con il passare dei giorni riuscivo a fare sempre di meno: Dio. Dopo un po’ di mesi mi sono accorta che solo pensare a quel nome mi dava un senso di tristezza, di vuoto. Va beh… si sa, le cose pesanti vanno rimosse, messe a tacere, silenziate! E con molta finezza ho fatto in modo di prendere giuste distanze da tutto quello che anche solo lontamenente avrebbe potuto riaprire il baratro…
Un giorno però in macchina, dopo una delle mie ormai abituali reazioni folli, mia madre, innocentemente, mi guarda e mi dice: “Dov’è finita mia figlia? Che fine ha fatto il sole che hai sempre portato dentro? Perchè ogni giorno che passa ti rende sempre più arrabbiata con il mondo?”
Con tutti quei perchè, mamma aveva appena riaperto il baratro… Nei giorni seguenti ho continuato a lottare con me stessa… o forse contro me stessa… e poi una sera ho deciso di dire basta! Basta al non voler vedere, sentire, capire… Mi sono alzata, sono andata nella mia camera e ho riaperto la mia Bibbia (credo fosse passato un anno silenzio preghiera cvdall’ultima volta). Mi sono seduta sul letto e, con il cuore a mille, ho detto a Dio: “Signore, basta! Senza di te non reggo… rientra… se puoi continua ad amarmi…” Sapete qual è stata la sua risposta? “Donna, dove sono gli altri, non ti hanno condannata? Neppure io ti condanno… Ora va’ e non peccare più”. Erano le parole dette a Maria i Magdala, la stessa donna che poi Lui avrebbe scelto come prima testimone della sua resurrezione. Quella sera mi sono sentita rinascere: quella sera il mio Signore era lì e questa volta lo sarebbe stato per sempre. Era sceso nel mio senso di peccato, di colpa, di sfiducia e mi aveva toccato con il bacio del perdono. Questo era il mio Dio, quel Dio che da quel momento in poi mi avrebbe aiutato a camminare, a risalire verso la luce. Quell’incontro è stato il segreto che mi ha permesso di superare ogni paura, ogni timore.
Da quel giorno ho reimparato a pregare… ormai non lo facevo più da mesi…ho imparato che la preghiera gradita a Dio è il desiderio costante del cuore. Ho sentito che Lui non mi avrebbe lasciata, ho imparato a credere nei suoi silenzi, a cercare le sue risposte. Ho scoperto che la gioia non era appagare il mio cuore e i suoi bisogni, ma una nuova pienezza e gioia mi sarebbe stata poi svelata passo dopo passo.
Ehi… io parlo al singolare, ma ho avuto molti compagni di viaggio. C’è stata una persona, in particolare, attraverso cui Dio mi ha raggiunta. Oggi è una mia consorella, allora era la “suora a cui mi riferivo, con cui mi confrontavo”… una persona che è stato il ponte tra me e Dio e per la quale non dirò mai sufficientemente grazie, nè a Dio, nè a lei… perchè in fondo, come dico sempre: “A Dio, non si va da soli!”

E per quanto riguarda Dio, come si fa ad affrontare il suo silenzio? E cosa mi dici dei sensi di colpa? Come si affronta la sofferenza dei propri genitori?

Il silenzio di Dio, la sofferenza dei genitori, i sensi di colpa… sapete come si superano? Senza improvvisazioni! Sapete come si vince una gara di atletica? Senza improvvisazioni! E come si arriva a una laurea? Senza improvvisazioni! Vedete… non cambia nulla! Tutte le cose importanti richiedono un lavoro serio e costante su di noi.
Fiducia
Tante volte noi riduciamo Dio a puro spirito e crediamo che un sì a Lui sia sganciato da ogni dimensione umana.
Dio in noi tocca la terra, non il cielo e se è possibile sostenere il suo silenzio, ascoltare la sua voce, attendere i suoi tempi e quindi superare i sensi di colpa e gestire le proprie emozioni, anche rispetto alla sofferenza di altri, è solo perchè abbiamo imparato, o impariamo continuamente a stare con noi stessi, a credere in noi, a sentirci amati e stimati. Infondo perchè è difficile sostenere i silenzi? Perchè non danno certezza! E cosa mette a nudo la sofferenza dell’altro provocata da noi, se non la nostra umanità che a volte teme di perdere tutto: stima, amore, benevolenza?
Capisco che in questo caso non è questione di bianco o nero… capisco che ci sono miriadi di sfumature. Ma tanti cammini spesso si fermano proprio qui… La scelta viene bloccata dalla sofferenza dell’altro… e siccome il nostro mondo ci abitua a ottenere sempre tutto, basta una mamma che batta i piedi a terra per convincere il figlio a scegliere una facoltà e non un’altra… e alla fine chi soffre? All’inizio, di fronte a una scelta vera, avrebbe sofferto un po’ la mamma. Ma la sofferenza sarebbe poi rientrata presto sostenuta dalla realizzazione del figlio e dalla gioia della mamma nel vedere il figlio felici (perchè l’amore quando è vero, gioisce del vero bene altrui…) . In realtà davanti a scelte di comodo la sofferenza, paradossalmente si moltiplica: perchè una vita scelta per altri, alla fine annienta dentro… così infelice il figlio per aver buttato anni preziosi e infelice la mamma per la non-realizzazione del figlio…
Discorso complesso… forse… ma decisamente vero! E nero su bianco, io lo sottoscrivo.
Vi assicuro: non ci si sente mai bene quando bisogna fare scelte apparentemente contro corrente. Partire sentendo un portone che si sta chiudendo alle tue spalle e non sapere se per te si riaprirà mai, non è facile, nè bello… ma necessario per crescere, per imparare a sentire la vita che ti scorre dentro, per non essere una vela sbattuta da qualsiasi vento. Non è facile sentirsi dire per anni: “Sei una senza cuore”.
Ma vi chiedo… seppur decideste, per x motivi, di scegliere per la vostra vita qualcosa che non ferisca nessuno,o  almeno che sia il male minore, poi un giorno, quando la vita, senza chiedervi permesso, vi metterà davanti a un bivio cosa farete? Chi sceglierete di essere? Improvviserete allora? O abdigherete per l’enesima volta?

6 pensieri riguardo “La mia vita e Dio… – DOMANDE e RISPOSTE!”

  1. La prima cosa che mi é venuta in mente dopo la testimonianza di MR é di aprire la Bibbia per avere un messaggio utile a sciogliere mille dubbi.. Mentre estraevo la Bibbia mi scivola il Rosario appoggiato al di sopra tra l altro spaccandosi in due il coperchio in plastica che lo conteneva ho salvaguardato le 2immagini la Rosa mistiaca e Papa Woytila le ho posizionate nel fondo della scatolina rimasta integra e giá che c ero ho pensato che fosse cosa buona recitarlo.. meditando sui misteri gloriosi..poi.. Il passo del Vangelo aprendolo a caso fu .. Il ritrovamento di Gesú tra i dottori .. ho letto il passo ed i commenti ed ho notato i legami tra gli scitti precedenti il messaggio e me.. ma mi farebbe picerebbe sapere un commento in piú da MR! Grazie..

  2. pensavo in questi giorni a questa domanda… perchè morire proprio quando la vita è a un passo da noi? e se non si trattasse di morire, ma in realtà di sopravvivere? e poi pensavo… qualsiasi oggetto di cristallo è molto bello da vedere, ha tante sfaccettature, ognuna delle quali può proiettare nello stesso momento un colore diverso, ma quando si rompe il rumore che produce è davvero fastidioso… si, forse scegliere è la vita, ma a che prezzo? e se il cristallo si rompe e il rumore infastidisce tutti? e se il coraggio non bastasse?? troppi ma e troppi se… lo so.. ma ci sono…

  3. “Ma tu hai tessuto sogni di cristallo troppo coraggiosi e fragili… per morire adesso… solo per un rimpianto…” Continuo a credere che scegliere sia vita… ma è necessario scegliere la vita! Se chi tesse fosse Dio? Se quei sogni fossero i suoi per noi? Se il coraggio fosse la sua fiducia in noi? Se il cristallo fosse la nostra libertà? Perchè morire proprio quando la vita è a un passo da noi? Perchè, MR?

  4. che dire.. l’ultima tua affermazione/domanda mi lascia un attimo senza fiato.. e ciò ke mi rimane dentro è sempre la stessa domanda: meglio un rimorso? o meglio un rimpianto?

  5. AIUTO! La parte sui genitori è davvero bollente,richiede tante cose,forse troppo. Una quasi certezza nelle decisioni,una non curanza dei propri genitori…mi sembrano cose un pò troppo grandi e ardie viste con gli occhi di un giovane 18enne! Ma forse un giovane che non ha ancora imparato del tutto a guardarr tutto ciò con gli occhi di Dio,visto che tanti nel corso della storia sono andati “contro” i propri genitori per Dio. Mah…che dire. Un “staremo a vedere”
    e un speriamo bene ci stanno tutti! Buona notte

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