I pastori andarono, senza indugio,
e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Luca 2,16
Nel primo giorno dell’anno contempliamo Maria, la madre di Dio, e in lei contempliamo le sapienti virtù del custodire e del mettere insieme. Contempliamole e chiediamole!
I tempi che stiamo vivendo sono tempi strani e poco rassicuranti, tempi che richiedono sapienza e discernimento, tempi che hanno bisogno di profondità e visione, di ascolto e condivisione, di confronto e riflessione. Tempi che richiedono la sapiente arte dell’essere persone capaci di pensiero, emozione, empatia, umanità e al tempo stesso di futuro e passione.
Il nuovo anno entra portando con sé una pesante ipoteca: da una parte le guerre, dall’altra gli sviluppi sempre meno tranquillizzante delle macchine intelligenti, da una parte la corsa agli armamenti dall’altra la crisi del mondo culturale, da una parte sempre più persone credono nella necessità delle armi, dall’altra sempre meno persone credono nella potenza di un libro, da una parte le chiese si svuotano, dall’altra aumentano i preti o i laici influencer (il singolo vincente, a scapito dell’anonima ma feconda comunità).
E in questo inizio poco tranquillizzante dell’anno nuovo, la liturgia ci regala i pastori e Maria, e ci chiede di avere il coraggio di nuove rotte, nuove prospettive, nuovi sguardi sul mondo.
I pastori ci riconsegnano il senso della Chiesa e dell’evangelizzazione: lo stupore, il racconto, l’andare uscendo dai propri schemi e dalle proprie attese, il credere a un oltre, il superare rassicuranti recinti.
Di Maria oggi colgo e condivido con voi un aspetto su cui non avevo mai riflettuto sufficientemente. Di lei leggiamo nel Vangelo di Luca che, vedendo ciò che accadeva attorno al bambino, «custodiva e meditava tutte queste cose nel suo cuore». Il verbo greco tradotto in italiano con «meditava» dice però la capacità di “tenere insieme”. Maria custodiva tutti gli eventi e li metteva insieme nel cuore. Il suo non è un modo passivo di vivere una condizione. Lei mette insieme, collega, comprende il senso di ciò che accade.
Ecco, i pastori e Maria, in questo inizio dell’anno, ci mettono davanti una via e le virtù necessarie per percorrerla.
La via, lo stile, il tono da dare alla nostra vita è quello dei pastori: ascoltare, credere, andare, annunciare, stupirsi.
Le virtù necessarie per dare senso e riscattare la vita anche in questi tempi strani le impariamo da Maria: custodire e mettere insieme.
Solo così saremo capaci di vivere con sapienza in un continuo discernimento e conversione, per ascoltare Dio, credere alle sue parole, andare per annunciare il suo farsi prossimo e continuare a stupirsi nel vedere la vita farsi strada anche nella morte.
Buon anno a tutte e a tutti noi!
Come te, Madre
Maria, madre di Dio e madre nostra,
con i tuoi occhi vorremmo
imparare a guardare il mondo e chi lo abita;
con il tuo cuore vorremmo
poter comprendere e dare un senso
alle cose che accadono.
Madre, chiedi per noi al Signore
la sapienza del cuore,
per ascoltare e scrutare,
discernere e scegliere,
stando dalla parte della Vita,
aperti allo stupore per un Dio
che saprà farsi ancora
prossimo e salvatore.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
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