Il Signore è buono:
il suo amore è per sempre.
(Cfr. Salmo 117)
«Il suo amore è per sempre», così ci fa pregare il Salmo responsoriale in questa II domenica di Pasqua. Ripetiamolo: «Il suo amore è per sempre». Crediamolo: «Il suo amore è per sempre». Annunciamolo: «Il suo amore è per sempre». Cantiamolo: «Il suo amore è per sempre».
Il suo amore è per sempre: per questo ha dato la vita per noi; per questo non c’è peccato che lo allontani; per questo ogni nostra durezza non scoraggerà mai Dio.
Il suo amore è per sempre: ed è per questo che c’è stata quella croce, quella cena, quel sepolcro vuoto, quel pane spezzato, quel suo apparire oltre porte sbarrate dalla paura o lungo sentieri lastricati di dubbio e nostalgia.
Il suo amore è per sempre, e noi non possiamo e non vogliamo tacerlo: ed è per questo che oggi lo celebriamo; perché celebrando la domenica della misericordia stiamo dicendo a noi stessi quanto sia fondamentale rimettere al centro il suo amore. È nell’amore il perché della Pasqua e quindi il fondamento stesso della nostra fede. Ed è amore ciò su cui la nostra fede dovrebbe reggersi, è amore ciò che le nostre parole e le nostre scelte dovrebbero diffondere, è amore ciò che dovrebbe impastare i nostri gesti, le nostre parole e i nostri silenzi.
Amore dovrebbe essere la risposta alle paure, pure legittime, di questi strani tempi.
E non un amore etereo fatto di idee e di parole, di assurdi e incomprensibili perfezionismi o banali giustificazioni.
L’amore è folle e concreto, esattamente come lo è stata la croce. Spalanca vie dove nessuno le vede, apre porte dove molti vedrebbero solo serrature bloccate dalla ruggine, fa germogliare vita dove non si nutrono più sogni e soprattutto dà determinazione alla speranza.
Mi direte che un amore così non è possibile, non è alla nostra portata. E avete ragione. Non siamo Dio, ma possiamo diventarlo: misericordiosi come lui è misericordioso, perfetti come lui è perfetto. Possiamo davvero imparare ad amare come lui ha amato, anzi dobbiamo: è un comandamento, è il comandamento!
Come fare?
A nostra disposizione c’è lo Spirito, amore che scorre tra il Padre e il Figlio, amore che da loro arriva a noi, ed è il dono per eccellenza della Pasqua.
Il Signore risorto entri nella nostra vita, spalanchi anche le porte più resistenti e ci doni il suo Spirito, per divenire capaci di amore.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Entra, Signore risorto
Entra, Signore risorto,
nei nostri luoghi protetti,
nei nostri rifugi sicuri,
nelle nostre comunità
spesso bloccate per timore,
nelle nostre relazioni.
Entra e spalanca nuove porte,
rompi i chiavistelli
della paura e della diffidenza
perché una nuova solidarietà
sia possibile.
Signore risorto, tu che hai spezzato
le catene della morte,
vieni in mezzo a noi e liberaci
da ciò che ci trattiene dal seminare nel mondo
gesti di misericordia, semi di accoglienza,
pane di riconciliazione. Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
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