L’evangelista Luca con il brano delle Beatitudini ci apre uno scorcio tra la folla e i discepoli. Nella versione di Matteo le Beatitudini ci portano su un monte e ci fanno contemplare un Gesù che parla a folle assetate della sua parola di vita. Matteo parla alle comunità giudeo-cristiane e vuole fare un parallelo: Mosè-Gesù, le Beatitudini come le nuove tavole della Legge. Qui Luca, con le sue contrapposizioni – Beati voi / guai a voi; profeti / falsi profeti – non parla più alla gente, anche se continua a essere numerosa. Questa volta lo sguardo di Gesù, e quindi le sue parole, si rivolgono decisamente verso i suoi discepoli, alla «gran folla dei suoi discepoli», annota Luca.
Ci è lecito pensare che erano davvero molti a seguire il Maestro di Nazaret, molti a essere incantati dalle sue parole, e forse ancor di più dai suoi miracoli. Qualche versetto prima di questo brano, Luca scrive che Gesù tra i discepoli che lo seguivano ne aveva scelti dodici a cui aveva dato un nome specifico: apostoli. Ma se solo dodici sono quelli scelti per essere inviati, a quanto pare tutti gli altri continuano comunque a seguire le sue orme. E forse è per questo che prima di andare oltre, prima di spalancare le porte sulla misericordia del Padre, prima di indicare logiche nuove e un nuovo comandamento, prima di specificare le condizioni vere per poter seguire il Maestro fino a Gerusalemme e oltre, Gesù guarda i discepoli e traccia per loro una preziosa identikit.
Benedizioni e maledizioni non sono un premio o una condanna, ma il senso che un discepolo è chiamato a scegliere per la propria vita. Consolazione, sazietà, appagamento, privilegi, consenso, non possono essere ciò per cui un discepolo vive, non possono diventare motivazione ultima nelle scelte della vita. Il discepolo di Gesù di Nazaret deve mettere in conto una vita fatta di fatica, di restrizioni, di povertà, di fame. Deve sapere che le logiche del Vangelo gli renderanno la vita scomoda, in tutti i sensi.
Le Beatitudini di Luca sono per noi discepoli uno spartiacque: sta a noi, ogni giorno, scegliere chi essere e come continuare a seguire il Vangelo.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Vie di vita vera
Signore Gesù,
come discepoli continuiamo
a venirti dietro,
sostenuti dalle tue parole,
affascinati dai tuoi gesti;
ma venire dietro non basta.
Oggi, insegnaci a sceglierti,
a preferire le tue logiche,
a non vivere semplicemente
seguendo ciò che appaga e sazia.
Indicaci la via della vita vera,
che proprio nel sepolcro
è capace di risurrezione.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Lc 6,17.20-26)
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate,
perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.
Allo stesso modo infatti agivano
i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
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