Uomo dei dolori che conosci il patire – BUONA DOMENICA! domenica delle palme- ANNO A

«Uomo dei dolori, che ben conosci il patire…»: non c’è altra invocazione che in questo giorno mi ritorni in mente. Non c’è invocazione che meglio mi sveli la prossimità straordinaria di Dio alla nostra fragilità, al nostro dolore, alla nostra umanità ferita.
La domenica delle Palme quest’anno segna l’inizio di una settima davvero unica nel suo genere.
La Grande Settimana, che fonda la nostra fede, non darà il ritmo liturgico alle nostre giornate. Non ci ritroveremo tutti nello straordinario momento della Missa in Coena Domini. Non adoreremo insieme la croce. Non condivideremo insieme la gioia di sentire le campane suonare alla festante intonazione del Gloria e dell’Alleluia. Ci sembrerà di continuare a vivere il lungo sabato santo che ha già segnato il tempo della Quaresima: digiuno eucaristico, chiese vuote, silenzio, attesa.
Eppure, proprio in questo momento, dobbiamo riscattare la speranza. È questa la notte in cui custodire l’olio. È questo il momento in cui non allontanarci dalla croce, non fuggire, non rinnegare, non svendere.
Colui che contempliamo è il Crocifisso, che pur di salvarci si è lasciato raggiungere dalla morte e sferzare dalle sue armi.
Colui in cui crediamo è il Dio assolutamente prossimo, che pur di riscattarci da ogni forma di morte si è lasciato uccidere.
Oggi, guardando a lui, Dio crocifisso, dobbiamo credere che la notte finirà, che la luce tornerà a splendere, che la speranza che abbiamo coltivato non sarà delusa, che la vita vincerà.
Oggi, possiamo credere.
Oggi, nel buio, ci è chiesto di credere.
Oggi, nella paura che attanaglia e toglie l’ossigeno, dobbiamo rimanere nel suo amore e credere.
La vita risorgerà!

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Ti contempliamo, Uomo dei dolori

Signore Gesù, Dio crocifisso,
Uomo dei dolori
che ben conosci il patire,
noi ti contempliamo;
nel dolore tendiamo
le braccia verso di te,
negli squarci creati dalla morte
ci stringiamo alla tua croce,
perché quel legno freddo
è segno vivo di risurrezione,
è prova certa di una speranza
sempre possibile.

Legaci a te, Signore:
il tuo amore, forte più della morte,
ci stringa e risollevi a vita nuova. Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Mt 26,14- 27,66).

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo

– Sei tu il re dei Giudei?
In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.

Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. […]

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. […]

Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

– Elì, Elì, lemà sabactàni?
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

Liturgia completa su >>> http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20200405.shtml

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