«Facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» Lc 15,24
Splendida parabola, quella con cui il Vangelo secondo Luca, segna questa quarta domenica di Quaresima. Parabola del Padre buono, parabola della misericordia, parabola del ritorno a casa, parabola che palesa quanto immenso e gratuito sia l’amore di Dio, che attende e accoglie anche chi non si è mai pentito. Perché non venite a dirmi che il figlio minore lo abbia fatto! E se lo pensate, siate consapevoli che Luca non l’ha scritto. Il ragazzo torna solo perché affamato.
Ma oggi, lo zoom lo vorrei fare sugli scribi e i farisei mormoratori, ben rappresentati dal buono e giusto figlio maggiore: sempre così presente, sempre così fedele, giusto e disponibile.
Vi state chiedendo il perché di questa scelta? Semplice: perché il dialogo che chiude il brano sembra la precisa risposta offerta a chi all’inizio del brano era impegnato a mormorare: scribi e farisei, appunto. Persone fedeli a Dio che trovano nella mormorazione l’unica risposta a ciò che i loro occhi vedono: peccatori e pubblicani si avvicinano a quel Gesù di Nazaret che si spaccia per figlio di Dio e tutti guarisce e accoglie, anche in giorno di sabato, anche sfidando e sacre leggi sulla purità.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Convertici a te, Signore
Convertici a te, Signore.
Convertici all’amore del Padre.
Guarisci il nostro cuore dalla miopia di cui soffre,
cura i nostri desideri da quelle catene interiori
che impediscono di gioire per il bene,
per il perdono, per la salvezza che tu offri.
Padre buono e grande nell’amore,
abbraccia anche noi, che crediamo di essere giusti,
noi che apparentemente non ci siamo mai allontanati,
noi che pensiamo di poter difendere e annunciare il Vangelo.
Abbracciaci e convertici alla gratuità
e immensità del tuo amore. Amen.
DAL VANGELO della domenica [Lc 15,1-3.11-32]
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Per i giovani: #QuaGiò : Quaresima Giovane. Perché chi accetta la sfida o è un giovane, o è giovane nel cuore. Tecnicamente #QuaGiò è un calendario che dal Mercoledì delle Ceneri fino a Pentecoste, accompagna ogni giorno con un breve pensiero, un messaggio o un atteggiamento da vivere >>> CLIKKA QUI<<<
Per il percorso ad esso collegato >>> CLIKKA QUI <<<
Calendario della Quaresima da costruire insieme ai bambini passo dopo passo >>> CLIKKA QUI <<<
La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social e la fotocopertina per facebook



