«Tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede ». Lc 12,15
Mi capita spesso di pensare alla precarietà come a un grosso e incurabile cancro della nostra società globalizzata e post moderna. La precarietà vissuta da chi non ha lavoro o legami affettivi stabili, quella vissuta dai nostri giovani e dagli stessi bambini in tenerissima età, quella ormai sistemica e strutturale. E poi, improvvisamente, mi trovo davanti un versetto come questo: «Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che possiede» (Lc 12,15).
Come fulmini in un cielo sereno mi vengono in mente tutti i nostri umani «possedimenti»: famiglia, salute, affetti, lavoro, certezze interiori, rettitudine, progetti, futuro, casa. E mi dico: «La mia vita non dipende da tutto questo! Il valore e il senso della mia esistenza non dipendono dall’averli o dal perderli, o dal non essere mai riuscita a procurarmeli». Eppure sono stati valori fondanti per intere società…
Ed ecco, il Vangelo mi fa ripiombare in quella precarietà che ci sta disorientando l’anima, perché forse è tempo di cambiare, di cogliere quella sfida che proprio lei può insegnarci a vivere. Dobbiamo ridare senso e valore alla nostra vita, al di là di ciò che abbiamo, che siamo riusciti a ottenere o costruire. È urgente riconsegnare alle nostre esistenze e a quelle di ogni essere umano, il loro valore assoluto che nulla può impoverire o annullare. È urgentissimo riuscire a «farci» quei tesori interiori che non dipendono dal successo né dalle nostre imprese e che sono la sorgente vera dell’umanità.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Signore, insegnaci a vivere
questo tempo caratterizzato
da insicurezze e precarietà.
Insegnaci a fondare le nostre
scelte su ciò che non passa;
donaci la lungimiranza
di non legarci a false sicurezze,
alla ricchezza, al potere,
alla forza fisica o intellettuale.
Rinnovaci in te,
per essere capaci di cercare
le cose di lassù,
nei pensieri e nelle scelte.
Amen.
ALLENIAMOCI IN MISERICORDIA

Come? Alleniamoci a crescere nella libertà interiore dalle sicurezze, dalle cose, dalle strutture, dall’essere vincenti.
DAL VANGELO della domenica [Lc 12,13-21]
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social e la fotocopertina per facebook, google plus e twitter.



