Lettera imbarazzata ai giornalisti

Guardo sempre più sgomenta tutto ciò che ruota attorno al mondo dell’informazione.  
giornalistiSia chiaro, non ho mai pensato che quel mondo fosse realmente casa della verità, non totalmente almeno. So che l’informazione e la sua gestione è stata sempre una delle forme di potere, a volte subdolo, altre volte dichiarato. Certamente non mi è mai sfuggito il binomio informazione – manipolazione. E di fatto, è risaputo che quando nel mondo non esisteva ancora il web, l’informazione mondiale era gestita da pochissime agenzie che, come una sorta di grande fratello, sceglievano, per il nostro bene cosa farci vedere e cosa no, cosa far vivere e cosa non far nascere… – per il nostro bene? Ne siamo certi? Mah!   

Comunque quell’epoca è finita (dicono alcuni) e grazie al web ne è nata un’altra segnata dalla libera informazione, dal diritto alla libertà di stampa, di parola, di pensiero. Dall’era dell’informazione controllata siamo entrati nell’era nell’informazione libera, dove tutti e tutto è a disposizione… voi ne siete certi? Io qualche dubbio me lo consento ancora.

Eppure vi confesso, e lo confesso a voi, giornalisti, che proprio questo mondo, mi riempie di sgomento e di imbarazzo.
Vi vediamo sempre affannati e alla caccia dell’ultima news… talmente preoccupati da inventarle dal niente, tentando di cogliere al volo, un leggera inclinazione di voce, per costruire un castello di supposizione, non poche volte spacciate per notizie.berlu

Mi disarmate, quando vi aggrappate al dolore della gente per descriverci sensazioni, di fatto naturalissime, che ogni essere umano vive di fronte alla morte, a una disgrazia, a un lutto, a un’ingiustizia inferta o subita.

Ma mi irritate terribilmente quando le telecamere vi riprendono attaccati ai citofoni di persone e di famiglie che andrebbero solo rispettate nel loro dolore, nella disperazione, o nella vergogna di ciò che vivono; quando correte dietro macchine e vi attaccate a finestrini, i cui vetri alzati dicono la volontà di chi non vuole parlarvi; quando sostate fuori dalle case di gente che pubblicamente vi ha fatto sapere che non vuole lasciare dichiarazioni, diventando così ladri di momenti di vita privata che i muri di una casa difendono e che forse solo le finestre potrebbero tradire.

Vi penso ingenui e un po’ fuori dal mondo, quando con dovizia di particolari descrivete scene di crimine e dettagli di aggressioni, che facilmente raggiungono, come suggerimenti importanti, menti di squilibrati.

Non so se ci avete mai pensato voi, che in nome della libertà di espressione, pensate di dominoregalarci una società più libera: spesso diventate semplicemente e pericolosamente pezzi di un effetto domino che sta innescando incontenibili spirali di violenza, in quella stessa società che volete salvare.
State tentando, forse sacrificando per questo la vostra vita, di liberarci dalle logiche di una informazione manipolata, ma in realtà state vendendo la nostra vita (quella di qualsiasi cittadino che per un motivo qualsiasi finisce sotto i riflettori) al vero e solo dominatore: la notizia, data a qualsiasi costo.

Giornalisti, avete tra le mani una delle più grandi armi che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto…
Perché continuare a essere servi del morboso accanimento di guardoni travestiti da lettori o ascoltatori?
Perché non onorare la vostra intelligenza e la vostra dignità scegliendo di servire la verità vera, che mai dimentica il valore e il rispetto dell’altro, della persona, della sua riservatezza, della sua interiorità?

 

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