
“Beata colei che ha creduto nell’adempimento
di ciò che il Signore le ha detto”.
Dal Vangelo di Luca (Lc 1,39-45)
IV DOMENICA DI AVVENTO -Anno C-
La parola a…
Paolo Curtaz
La piccola Maria sente il grembo crescere, in quella poesia e magia che solo le donne, somiglianti a Dio, possono vivere. Il Verbo cresce dentro di lei e con la Parola fatta carne crescono anche i tentennamenti. Maria sale da Elisabetta: forse lei saprà darle una risposta definitiva, forse lei saprà dirle che sì, è tutto vero.
E accade. Elisabetta si asciuga le mani nel grembiule e riconosce la piccola Maria (ormai si è fatta donna) e capisce. La pagina di Luca è un capolavoro: l’incontro fra le due donne nel Vangelo è tutto un sussulto, un complimento, Giovanni Battista che riconosce il Messia dal grembo e scalcia; Elisabetta, anziana donna che vede imprevedibilmente realizzato il suo agognato sogno di maternità fa i complimenti alla piccola Maria.
Maria, ancora scossa da quanto le è successo, comincia a ballare e a fare i complimenti a Dio che salva lei e noi. Nelle loro parole avvertiamo la tensione, lo stupore, l’inaudito che si realizza.
È vero, allora: Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio, il Dio d’Israele è qui.
È vero, è tutto vero, Dio viene, infine.
E le due donne urlano e cantano e danzano e piangono nell’assolato cortile di casa della vecchia Elisabetta. Lo splendido pancione col bimbo che scalcia è la presenza del profeta che indica il Messia. E tutto accade, accade, come il più inatteso e improbabile dei sogni che si realizza, come se la storia e la vita e l’universo danzassero nel vedere queste donne cantare l’assoluta follia di Dio.
E questo scatena la gioia, contagia, stupisce…
La buona notizia è che Dio è accessibile, è semplice, è diverso.
Diverso dalle nostre paure, diverso dai fantasmi che ci perseguitano.
Diverso.
E Maria e Elisabetta ora lo sanno e cantano, dicono, raccontano.
Raccontano dell’opera di Dio, la leggono scolpita nella storia degli uomini, la rintracciano nelle pieghe della fedeltà di un popolo di salvati – Israele – cui noi e l’umanità dobbiamo moltissimo. La loro gioia dilaga perché ora vedono chiaro, luminoso, evidente, mozzafiato il pensiero di Dio disegnarsi nella loro piccola storia, usarle, coinvolgerle.
La gioia è la dimensione essenziale del Natale. La gioia di sentirsi ed essere veramente salvati da Dio.
Siamo veramente nel cuore e nel desiderio di Dio!
Un suggerimento, amici: regalatevi, in questo Natale, dieci minuti di orologio per fermarvi e aprire lo sguardo finalmente! su ciò che Dio sta compiendo nella storia, nella vostra storia.
Animo, amici, arrivano buone notizie.
…e per riflettere puoi scaricare: Donarsi
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