«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.»
Gv 1,14
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Vivere credendo – BUONA DOMENICA! IV DOMENICA AVVENTO – ANNO C
Che cosa fare? – BUONA DOMENICA! III DOMENICA AVVENTO – ANNO C
«Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco»
Lc 3,16
«Che cosa dobbiamo fare?». Nel brano che oggi la liturgia ci propone, questa domanda si ripete per ben tre volte. Le folle, i pubblicani e alcuni soldati lo chiedono a Giovanni. E lo chiedono in risposta a quanto avevamo già ascoltato nella domenica precedente: Giovanni chiede a chi va da lui per battezzarsi «frutti buoni», «frutti degni di conversione», opere buone cioè che siano visibilità, manifestazione di un cammino interiore, di una apertura radicale a colui che ci chiama e ci viene incontro.
Aggiunge l’evangelista Luca, «il popolo era in attesa e tutti si domandavano se non fosse lui [Giovanni] il Cristo».
Oggi dobbiamo fare un esercizio di collegamento: dobbiamo legare due elementi importanti presenti in questa pagina evangelica. La domanda che riecheggia nel cuore di tutti, quel «Che cosa dobbiamo fare?», e l’attesa, quella condizione cioè di instabilità e allo stesso tempo di apertura. Perché chi attende si apre spontaneamente. Chi attende è proteso verso un arrivo, aperto a un incontro, disposto a una novità. Ed è proprio questa radicale disposizione interiore a consentire la domanda. E solo il coraggio di porre la domanda fa sì che ci si apra a un possibile cambiamento.
Chi non attende non spera.
Chi non attende non è disposto a incontrare.
Chi non attende preferisce le più riposanti risposte alle inquiete domande.
Chi attende corre il rischio dell’incontro.
Chi attende preferisce la speranza alla visione.
Chi attende chiede a se stesso, ogni giorno, un passo in avanti, uno sguardo più aperto, una scelta più determinata.
L’invito di questa terza domenica di Avvento, domenica della gioia, lo possiamo sintetizzare in una sola parola. Mi direte: gioire. E invece vi chiedo di andare ancora più a monte. Per me oggi la parola chiave è: attendere, «non lasciarsi cadere le braccia», direbbe il profeta Sofonia, non arrendersi, non lasciarsi abitare dall’angoscia, non puntare sulle proprie forze e risorse. Oggi c’è un di più che vuole raggiungerci, abitare in noi, trasformarci. C’è un Salvatore che vuole fare di noi la sua casa.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Vieni, Dio in mezzo a noi!
Vieni, Signore Gesù, Dio con noi,
Dio in mezzo a noi.
Aprici a te, liberaci da noi stessi
e dai timori che intorpidiscono il nostro cuore
e fanno tentennare i nostri passi.
Aprici alla tua presenza
per riconoscerti negli sprazzi di vita
che si fanno largo
tra le preoccupazioni quotidiane.
Insegnaci ad attendere con determinazione,
confidando in te e affidandoci a te.
Vieni, Signore Gesù, maranathà!
DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Lc 3,10-18)

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
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LA PAROLA VENNE – BUONA DOMENICA! II DOMENICA AVVENTO – ANNO C
LIBERAZIONE – BUONA DOMENICA! I DOMENICA I AVVENTO – ANNO C
Rallegrati! – BUONA DOMENICA! IV di Avvento – ANNO B
Gioire? – BUONA DOMENICA! III di Avvento – ANNO B
«Rallegratevi. Il Signore è vicino! »
Cf. Fil 4,4.5
La liturgia, in questa terza domenica di Avvento, sembra far risuonare un unico messaggio: gioire, rallegrarsi, essere lieti. In ogni cosa rendere grazie, sottolinea l’apostolo Paolo nella seconda lettura. Ma qual è la sorgente della nostra gioia? Perché anche in situazioni attraversate da sofferenza e morte possiamo permetterci di gioire? Quando tutto attorno a noi e in noi è difficile, da dove attingiamo motivi di gratitudine? Se il futuro è incerto e poca è la luce attorno, di che cosa dovremmo rallegrarci davvero?
Ora, smettiamo per un attimo di guardare in noi stessi e di pensare alle nostre attese. Mettiamoci in ascolto della parola di Dio che la liturgia ci offre. Isaia, Paolo, Giovanni sono chiarissimi: ognuno di noi può gioire perché tra noi e per noi splende la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Il Signore della vita continua a farsi dono, rivestendoci di lui, ammantandoci di salvezza, mettendo in noi il suo stesso Spirito. Il Dio della pace continua instancabilmente a generare vita in noi e attorno a noi, anche ora, anche in questo momento… per quanto sia difficile vederlo all’opera, notare la sua azione, cogliere i segni della sua presenza operosa.
Paradossalmente la luce splende di più proprio di notte, quando tutto è più buio. Quindi se attorno a noi e dentro di noi c’è notte, allora è questo il momento in cui Colui che viene può brillare di più. E allora apriamoci! Apriamoci al Dio che sta portando novità in noi. Ma non cose, non soluzioni. Nella nostra storia personale e nella storia umana, Dio continua a offrire se stesso. La sua luce non è una fonte alternativa, una sorgente artificiale. Dio è la Luce che dona luce, donando se stesso. È la luce che disperde tenebre, che riattiva la vita, che guarisce, che libera.
La Vita – Dio stesso – si sta donando a noi, semplicemente a noi, così come siamo. Oggi. Qui. Ora.
Di questo e per questo possiamo gioire.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Io gioisco, Signore
Io gioisco, Signore,
anche se attorno a me è notte.
Io gioisco, Signore,
anche se nulla di quanto speravo è accaduto.
Io gioisco, Signore,
anche se lacrime solcano il mio cuore.
Io gioisco, Signore,
anche se la notte avvolge la storia.
Io gioisco, Signore,
anche se non c’è sorriso sulle mie labbra.
Io gioisco, Signore,
perché tu sei la Luce vera in questa notte.
Io gioisco, Signore,
perché tu vieni e liberi la vita.
Io gioisco, Signore,
perché solo di te la storia ha bisogno.
Io gioisco, Signore,
perché tu sei Colui che stiamo tutti aspettando.
Vieni, Signore della gioia!
DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 1,6-8.19-28)
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
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Quanti Giovanni? – BUONA DOMENICA! II di Avvento – ANNO B
«Raddrizzate le vie del Signore» Mc 1,3
«Una voce grida…», dice Isaia.
Noi potremmo dire: «Lo ha già fatto».
«Vi fu Giovanni che battezzava e proclamava un battesimo di conversione», leggiamo in Marco.
Ma anche Giovanni è passato.
«Viene uno dopo di me che è più forte di me… e che vi battezzerà in Spirito Santo», dice Giovanni.
Ma colui che attendiamo è già venuto!
E allora? Che cosa stiamo ancora aspettando?
Di quanti giovanni abbiamo ancora bisogno per credere?
Quante voci abbiamo ancora bisogno di sentire.
Dio Padre per noi ha già fatto tutto: ha donato il Figlio.
Il Figlio per noi ha già fatto tutto: ha donato se stesso e ci ha donato lo Spirito, quello Santo, quello di Dio.
Lo Spirito per noi continua a fare ogni giorno straordinari miracoli, benché i nostri occhi si ostinino non vedere…
Ma allora, ripeto: che cosa stiamo veramente aspettando?
Facciamocela questa domanda. Poniamola al nostro cuore e alle sue attese.
Perché se stiamo davvero attendendo Dio, beh… allora lo abbiamo già incontrato: è tra noi! Le tracce della sua presenza sono incise nella nostra memoria, così come i silenzi e le impotenze che ci hanno fatto pensare alla sua assenza. Lui è già qui. La storia è già salvata. L’umanità è già redenta.
Eppure i deserti continuano a esistere. Sono deserti interiori… e a volte anche esteriori… aridità che sperimentiamo attorno a noi.
E proprio in questi deserti accade il miracolo. La voce di coloro che hanno incontrato il Dio fatto carne continua a far risuonare il suo invito: non arrendetevi ai deserti. La vita è più forte, lo Spirito più efficace, la Vita di Dio più penetrante. Preparate, preparate le vostre vite, perché siano vie all’ingresso di Dio nei deserti della storia.
Che cosa stiamo davvero aspettando? Se permettiamo a Dio di incarnarsi in noi, oggi, la storia vedrà il suo volto… e noi stessi lo vedremo.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Vieni, Signore, Vita che ogni cuore desidera
Vieni, Signore Gesù, Vita del Padre,
che penetri e trasformi la storia,
che irrighi i deserti e li apri alla vita.
Vieni, Vita di Dio,
entra nella nostra storia personale
e trasformala in via;
via che Dio stesso attraversa
per fecondare i deserti della storia.
Vieni, Signore del mondo. Vieni!
Vieni, Vita che ogni cuore desidera. Vieni!
DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Mc 1,1-8)
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
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