Squadriglie che a Lisbona, in un momento come la Giornata Mondiale della Gioventù, credono bene di incontrare altri giovani, credenti ma queer, ma lo fanno con spintoni, insulti, croci ostentate e frasi latine di condanna. Squadriglie che vivono la loro forte appartenenza cristiana preoccupandosi di intercettare in rete post di cattolici non allineati, di eretici, di chiunque la pensi diversamente, per ricordare quanto Dio sarà implacabile, un giorno e già ora attraverso le loro mani sulla tastiera. Squadriglie sempre più compatte che minacciano librai disubbidienti con lo spettro del boicottaggio o a colpi (letterali) di Bibbia. E mi fermo qui. perché è già troppo. I profeti non hanno mai ostentato presunzione. Hanno parlato sì, ma dopo aver ascoltato profondamente Dio, e accompagnato, sostenuto, guidato il popolo. I profeti hanno parlato dopo essere stati faccia a faccia con l’Onnipotente, da lui ripresi, da lui accompagnati alla conversione del cuore. Uomini e donne attraversati dalla Parola, discepoli della Parola, e per questo suoi strumenti.
È fondamentale che alle parole di Ezechiele faccia eco il Vangelo. È ai discepoli che Gesù dice: «Va’ e ammonisci tuo fratello se commetterà una colpa… ammoniscilo fra te e lui solo»… Fra te e lui, non sui social! Non attraverso commenti, post, invettive! «Se non ti ascolterà prendi due persone perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni». Solo due o tre! Non gruppi armati di croce e di insulti! Due o tre… «Se poi non ascolterà costoro dillo alla comunità…». Comunità! E se “discepoli” è la prima parola chiave, “comunità” è la seconda: una comunità fatta di discepoli che ascoltano Dio, ponendo a lui ogni realtà e situazione – anche la più assurda e illogica –, per imparare da lui – come discepoli fedeli – che cosa rispondere, come vivere, come riuscire e seminare quella parola di riconciliazione a cui Dio ha tenuto talmente tanto da consegnare alla morte suo Figlio.
È fondamentale che alle parole di Ezechiele, cui fa eco il Vangelo, si connettano anche le parole di Paolo: «Non siate debitori di nulla a nessuno se non dell’amore». E se ora qualcuno obietta: «Chi non rispetta la legge di Dio va ammonito! Siamo chiamati alla carità della verità!», rispondo citando Paolo, il più ostinato e a tratti intransigente tra gli Apostoli: «Qualsiasi comandamento si ricapitola in questa parola: “Amerai…”. La carità non fa alcun male», men che meno la carità della verità.
Smettiamola di pensarci maestri. Questo tempo ha nuovamente bisogno di discepoli audaci della Parola.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Rifletterci in te
Fratelli e sorelle:
questo ci chiedi di diventare;
insegnaci a esserlo, Maestro buono,
nella carità.
Rendici capaci di ascoltare la tua vita
in questo nostro tempo;
capaci di diventare comunità
in cui tutti si sentano a casa
e dove l’incontro sia uno spazio
consegnato alla creatività dell’amore.
La correzione fraterna non sia altro
se non un guardare insieme te,
un rifletterci, insieme,
nel tuo amore.
Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mt 18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
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1 commento su “Lo strano caso dei profeti tra noi… – BUONA DOMENICA! XXIII DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A”