
«Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
Quanti tra noi lo stanno dicendo… quanti tra noi, stanno ripetendo o ripetono da tempo questa preghiera… quasi legando la propria fede a una risposta. Marta e Maria mandano a dire solo questo a Gesù e non aggiungono altro… sanno che lui capirà. Sanno che lui che ha distribuito a destra e a manca prodigi non si lascerà pregare. Eppure, anche loro sono costrette ad ammetterlo, entrambe, una dopo l’altra: «Se tu fossi stato qui…». Amarezza e fede si incontrano e si scontrano.
La fede è certa: se tu, Signore fossi stato qui, lui non sarebbe morto, lui sarebbe guarito. È fede certa. La fede in una presenza: se ci sei non si muore.
Eppure… quanto è amara questa convinzione… Perché poi dovremmo ammettere anche la sua logica conseguenza: se si muore allora non ci sei!
E se si muore perché non ci sei, allora, Signore, cosa siamo autorizzati a pensare? Che hai preferito altri a noi? Ti abbiamo stancato fino a questo punto?
Signore, dove sei, ora che l’umanità, più di sempre, è piegata da questo male invisibile che semina morte e solitudine ovunque?
Signore… se tu fossi qui… Ancora una volta fede e amarezza.
Ma la domanda vera che ognuno deve fare a se stesso è: in chi crediamo? In chi io credo?
Noi crediamo nel Dio che ha risollevato Lazzaro dalla morte, ma che non ha impedito al Figlio di attraversare la morte.
Dio è il Dio dei vivi, sì! Ma non è il Dio degli immortali.
Noi possiamo attraversare la morte, possiamo lasciarci ferire e sfiorare dalla morte, possiamo consentire alla morte di deturparci perché sappiamo e crediamo che Dio la attraversa con noi, piange con noi, ci raggiunge e resta con noi nel dolore. Il suo Spirito ci dà la vita, ci apre alla vita, spezza legami e ci rende capaci di eternità. Questa è la nostra fede. Spingiamo il nostro cuore oltre il dolore. Lasciamoci aprire dallo Spirito del Risorto alla speranza.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Fammi vivere!
Signore Gesù, Dio crocifisso e risorto,
io credo che tu sei la vita oltre ogni morte;
credo che nulla può separarmi da te,
dal tuo amore, dalla tua pienezza.
Fammi vivere di te, Signore, e io vivrò!
Fammi vivere della tua Parola e io non morirò.
Fammi vivere del tuo immenso amore
e nulla potrà spegnere in me la scintilla di eternità.
Io credo, Signore Gesù,
tu sei il Risorto che può far risorgere vita
nella storia del mondo, nei deserti dell’anima,
nelle ferite inferte dalla morte. Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 11,1-45. Di seguito la Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45).
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.




